Un Natale diverso quello del 2020, fatto di meno abbracci, meno baci, tanta attenzione, prudenza, per evitare che il virus possa contagiare le persone a noi più care. Essere asintomatici può essere infatti un grosso problema: pensare di non aver il Covid, per poi trasmetterlo con facilità durante le festività natalizie, ignari di mettere in pericolo la vota dei nostri genitori, nonni, zii, ormai anziani.
Cosa fare quindi per godersi la festa più bella dell’anno senza rischiare di creare focolai nelle proprie famiglie? Ecco il consiglio degli esperti.
Gli esperti: ecco come trascorrere un Natale in sicurezza
Gli esperti consigliano: prima di andare a trovarli, meglio fare un tampone rapido per stare tranquilli. A riferirlo è il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo, che sul Messaggero oggi osserva che «sarà un Natale anomalo, in tutti i sensi. A tutti noi piacerebbe poter tornare alla vita di prima, ma ancora non è possibile e dobbiamo esserne consapevoli».
«Una decisione sugli spostamenti tra Regioni potrà essere presa solo più avanti, quando avremo chiara la tendenza dei contagi; però, per le occasioni di incontro, durante le feste, deve essere ribadito che serviranno la massima prudenza e cautela, soprattutto per andare a trovare i più fragili. Sarebbe utile prima di andare da un familiare più anziano durante le feste, eseguire il giorno prima un tampone rapido. Sia chiaro» che «anche dopo il tampone negativo servono cautela e precauzioni».
«A tutti noi piacerebbe poter tornare alla vita di prima, ma ancora non è possibile e dobbiamo esserne consapevoli». «Possiamo riaprire i bar e i ristoranti, ma allo stesso tempo applicare con molto più rigore le regole – osserva – solo così possiamo convivere, fino a marzo, con questo virus. Voglio dire: da una parte, dopo il 3 dicembre, sarà utile offrire la possibilità, nel Paese, di fare ripartire alcune attività economiche; dall’altra non si dovranno tollerare più immagini della folla al supermercato per acquistare un paio di scarpe».
«Gli ultimi dati sui nuovi positivi sono buoni, anche se sempre molto alti – dice – ci sono meno nuovi ricoveri in terapia intensiva. È evidente che l’andamento è incoraggiante. Prima di arrivare all’Rt nazionale sotto 1 ci vuole un pò di tempo, ma alcune regioni come Lombardia e Lazio ci sono. Che senso ha, allora, obbligare alcune attività a restare chiuse? Detto questo, però, la cosa veramente importante è fissare delle regole, rispettarle e farle rispettare».
«Bisogna spiegare con chiarezza che per convivere con il virus, in maniera compatibile con le esigenze del mercato del lavoro e dell’economia, devi assolutamente darti delle regole – fa presente – ci vuole rigore, ma anche la possibilità di tornare a vivere. La sintetizzerei così: aperture ma con rigore».