venerdì - 22 Novembre - 2024

Perché gli stupidi sono sempre strasicuri?

 

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È comune che alle persone risulti difficile giudicare in modo obiettivo se stesse in merito alle proprie abilità. Avrai notato che le persone poco competenti in un determinato settore tendono a sopravvalutarsi e ad essere più arroganti, mentre quelle più esperte hanno la tendenza a sottostimare le proprie competenze e ad essere più timorose.

Questi comportamenti sono le due facce della stessa medaglia, cioè di quella insidiosa distorsione della valutazione, nota come effetto Dunning-Kruger, dal nome degli psicologi che l’hanno codificata, che condanna gli incompetenti a non accorgersi di esserlo. Cerchiamo di capire, alla luce delle scoperte dei due ricercatori americani, perché gli stupidi sono sempre strasicuri.


Che cos’è l’effetto Dunning-Kruger

L’effetto Dunning-Kruger è un bias cognitivo, cioè una distorsione della valutazione, che porta le persone poco competenti su un argomento a sovrastimare le proprie competenze, mostrando un atteggiamento supponente. Si tratta quindi di un pregiudizio che induce le persone con poca conoscenza su un tema a non essere in grado, proprio a causa della loro incompetenza, di riconoscere i propri errori e le proprie mancanze. In parole semplici, è come se chi è “stupido” relativamente a un certo tema fosse troppo stupido per rendersene conto. Oltre a sopravvalutare il proprio sapere, queste persone tendono a sottostimare quello altrui.

È interessante notare che, con il progredire delle competenze, l’effetto Dunning-Kruger decresce, portando ad una diminuzione dell’autostima. Infatti, le persone più competenti tendono a sottovalutare le proprie conoscenze e a tenere un basso profilo, come succede nella cosiddetta “Sindrome dell’impostore“, una bizzarra condizione psicologica diffusa tra le persone di successo che le induce a convincersi di non meritare il successo ottenuto. Come corollario, chi soffre di questa sindrome si sente un impostore e vive nell’ansia di essere scoperto.

Se la sovrastima dell’”ignorante” deriva da un errore di giudizio su di sé e su una generale mancanza di autoriflessione, l’insicurezza di chi è competente è il frutto di una tendenza a sovrastimare le abilità altrui. Le persone più esperte sono portate ad attribuire agli altri un livello di competenze equivalente al proprio. Questo errore di valutazione le porta a considerarsi meno preparate di loro. Perché più si ampliano le conoscenze, più si è consapevoli del fatto che ci sono tante cose che non si conoscono.

La tendenza a sovrastimare le proprie capacità la ritroviamo in sempre più ambiti. Ad esempio, è stata osservata anche nei guidatori: secondo uno studio del 2013, il 93% degli automobilisti ritiene di avere abilità di guida superiori alla media.


Lo studio

Era il 1995 quando, a Pittsburgh, il quarantacinquenne McArthur Wheelerdecise di rapinare a viso scoperto due banche nello stesso giorno. Quando, più tardi, venne arrestato, Wheeler rimase incredulo nel sapere che le telecamere di sorveglianza, a cui aveva beatamente sorriso prima di uscire da ciascuna banca, lo avessero ripreso. Avendo appena appreso che il succo di limone funge da inchiostro invisibile, egli pensava che cospargendosi il viso di limone e stando lontano da fonti di calore, sarebbe diventato a sua volta invisibile.

Ispirati da questo fatto di cronaca, due psicologi americani, David Dunning e Justin Kruger, professori alla Cornell University, ipotizzarono che alcune persone tendono a valutare erroneamente il proprio livello di abilità, considerandolo più elevato di quello effettivo. I due ricercatori decisero quindi di portare avanti una ricerca nella quale misurarono la capacità di autovalutazione di un gruppo di studenti nell’area della logica, della grammatica e dell’umorismo.

Ciò che scoprirono è che i soggetti meno competenti tendevano a sopravvalutare le proprie prestazioni e, allo stesso tempo, a sottostimare il livello di competenze degli altri. Per contro, i soggetti più esperti erano portati a svalutarsi e a ritenere più elevate le capacità altrui.


Le osservazioni degli autori

Secondo gli autori, gli individui con poche conoscenze tenderebbero a sopravvalutarsi perché la loro stessa incompetenza è frutto di un’assenza di metacognizione, cioè di capacità di autoriflessione, che li porta a non essere in grado comprendere i propri limiti. Non avendo percezione delle proprie mancanze, questi soggetti nutrono un’eccessiva fiducia nelle proprie capacità, seppur priva di qualsiasi riscontro.

L’ignoranza è una specie di vicolo cieco: se mostri ad una persona con poche conoscenze su un tema i test svolti da altre più esperte, l’ignorante continuerà a credere di essere meno ignorante di quello che è, perché non è in grado di vedere la differenza tra un test fatto bene e uno fatto male. Al contrario, se a un individuo molto competente fai vedere i test fatti da quelli meno bravi, si accorgerà immediatamente del proprio errore di valutazione e inizierà a giudicare se stesso e gli altri in modo più obbiettivo.

In base a quanto osservato da Dunning e Kruger in uno studio successivo, c’è un modo per migliorare la capacità di autovalutazione degli incompetenti inconsapevoli ed è quello di impartire loro una seppur minima formazione sull’argomento in questione. Infatti, con l’aumentare delle conoscenze, l’illusione di superiorità decresce e si diventa più consapevoli dei propri limiti. Questo è anche il motivo per cui le persone competenti sono in genere più modeste e insicure. Ci sono però degli ostacoli al superamento dell’effetto D-K: da un lato, lo stupido non ritiene di aver bisogno di apprendere di più, dall’altro, le persone più competenti, proprio perché consapevoli della complessità insita nelle cose, non ritrovano mai la fiducia tipica di chi è incompetente.


Incompetenti e fieri di efferlo

Malgrado l’effetto Dunning-Kruger sia stato descritto solo nel 1999, non è affatto una novità. Possiamo osservare riflessioni affini in Charles Darwin(“L’ignoranza genera fiducia più spesso della conoscenza“) e Bertrand Russel(“Una delle cose più dolorose del nostro tempo è che coloro che hanno certezze sono stupidi, mentre quelli con immaginazione e comprensione sono pieni di dubbi e di indecisioni“). Un altro illustre precedente a sostegno del fenomeno lo troviamo in Come vi piace di William Shakespeare (“Il saggio sa di essere stupido, è lo stupido invece che crede di essere saggio“). In tempi più remoti, Socrate diceva all’oracolo di Delfi: “Io so di non sapere“. In questo elenco di aforismi c’è anche spazio per Confucio (“La vera conoscenza consiste nel sapere l’estensione della propria ignoranza“).

La tendenza a sovrastimare le proprie capacità ha segnato la storia dell’uomo, ma negli ultimi anni ha raggiunto dimensioni drammatiche, soprattutto a causa dei social media. Oggi ci ritroviamo a fare i conti con mamme pancine che dispensano consigli medici fai-da-te intrisi di ignoranza, tuttologi della rete che scrivono su qualsiasi argomento convinti di possedere il Verbo, complottisti che modificano i fatti e la storia accusando chi non la pensa come loro di essere al soldo dei potenti, e così via.

L’illusione di competenza porta coloro che non sanno ad argomentare in modo convincente e aggressivo. Così, delle semplici bufale prive di fonti affidabili diventano certezze e assumono credibilità. Il distacco tra ignoranza e conoscenza è così vasto da non lasciare spazio al dubbio. Dal momento che tutti sanno tutto, la credibilità degli esperti viene messa in discussione e derisa. Si potrebbe dire che internet dia voce a “legioni di imbecilli“, per citare Umberto Eco. L’antidoto contro questa epidemia dell’ignoranza è l’impegno a cimentarsi in un percorso di apprendimento continuo, scegliendo con attenzione le fonti e coltivando il dubbio.

Conclusioni

In sintesi, perché gli stupidi sono sempre strasicuri? Perché la loro mancanza di conoscenze in una determinata materia li porta a non essere in grado di accorgersi dei propri limiti e, allo stesso tempo, di riconoscere le competenze altrui. Ciò induce gli incompetenti inconsapevoli a nutrire una fiducia incondizionata nelle proprie capacità. Questa eccessiva sicurezza li rende presuntuosi e insolenti e li fa cadere vittime della superbia, il peccato di chi pretende di meritare una posizione di privilegio rispetto agli altri in ragione di una presunta superiorità. Per fortuna, un rimedio per sfuggire all’illusione di superiorità c’é: aumentare il proprio sapere ed essere umili.

Per chi vuole saperne di più:

Justin Kruger e David Dunning [1999]. “Unskilled and unaware of it: how difficulties in recognizing one’s own incompetence lead to inflated self-assessments.” Journal of Personality and Social Psychology 77(6) (1999): 1121-1134. Disponibile qui

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