Molto spesso, le malattie psichiatriche sono sottovalutate, sia in ambito lavorativo e sia in ambito sociale. Per questo motivo, fino ad alcuni mesi fa, ansia e attacchi di panico, non rientravano nell’elenco delle malattie che avevano diritto all’invalidità.
In realtà, chi soffre di questi disturbi, avverte senso di malessere sia psichico e sia fisico e la qualità della vita ne è compromessa da questi disturbi. Si ha difficoltà ad avere una vita tranquilla, a svolgere un lavoro in totale serenità e si diventa spesso inefficienti ed inadatti a svolgere alcuni mansioni. Questo significa che, ansia e attacchi di panico, possono essere invalidanti, alla pari di tutte le altre malattie.
L’obiettivo della nuova riforma è pertanto quella di riconoscere la depressione, l’ansia e gli attacchi di panico come malattie sociali.
Il disegno di legge, messo a punto dal vicepresidente dei senatori di Forza Italia, Massimo Mallegni, è stato presentato a Palazzo Madama dalla presidente del gruppo parlamentare azzurro, Anna Maria Bernini.
L’ansia può essere definita – senza timore di smentite – una delle principali malattie della società moderna. Sono sempre di più le persone nel mondo che soffrono di ansia e vivono con disagio tale condizione.
Spesso si fa ricorso a farmaci e ansiolitici che aiutano ad alleviare gli attacchi di panico, il senso di oppressione e di soffocamento che si provano quando si è soggetti ad una crisi d’ansia.
Ogni uomo o donna manifesta il suo panico e la sua ansia in modo diverso ma in linea generale, le manifestazioni psicosomatiche possono essere:
Si stima, infatti, che siano almeno 10 milioni gli italiani che hanno vissuto almeno una volta questa esperienza. Il panico non è ansia all’ennesima potenza e neppure una smodata timidezza. Il panico è la paura di avere paura, di perdere il controllo, di non essere capace di uscire da una situazione, timore di morire; esso è un disturbo d’ansia che coinvolge repentinamente e nello stesso momento la sfera fisica, emotiva e cognitiva.
Panico di restare chiusi in ascensore, di guidare da soli, di andare in aereo, di non guarire da una malattia, paura dei luoghi affollati, di perdere qualcosa o qualcuno; tutti pericoli che la mente avverte e il corpo somatizza con diversi sintomi.
Anna Maria Bernini, presidente del gruppo parlamentare afferma: “Vivere con la depressione, gli attacchi di panico o uno stato di ansia è una condizione incompatibile con la vita attiva. Il legislatore deve prendere coscienza di queste situazioni. Il nostro ddl vuole infatti che queste malattie siano riconosciute come malattie sociali”.
Il primo passo da fare è approvare le direttive e dare la possibilità di garantire un assegno INPS anche a categorie di persone che soffrono di questi disturbi, che rendono la vita invalidante su alcuni aspetti.