Certe sentenze ci lasciano sbalorditi e ci fanno venire il dubbio che la giustizia non esista. Una baby-sitter 23enne che ha picchiato diversi mesi una bambina di 8 mesi, non ha ricevuto alcuna condanna tranne 300 ore di lavoro non retribuito.
Shannon Soutter, 23enne scozzese, dalla sentenza che la assolve da qualsiasi condanna o reclusione per aver picchiato una bambina provocandole danni cerebrali e diverse fratture, viene ritenuta “malata” e non in grado di intendere e di volere. A salvarla dalla reclusione vi è la sua patologia psichiatrica: la depressione.
Avrebbe dovuto prendersi cura della bimba che le era stata affidata. Ma invece Shannon Soutter, 23enne scozzese, l’ha picchiata senza avere un minimo di pietà, senza capire quanto male potesse sentire un corpicino così piccolo e fragile come appunto, quello di una bimba di 8 mesi. La piccola ha subito lesioni cerebrali e fratture al cranio, alle costole e alla caviglia. Secondo i medici, rischia di restare cieca.
Eppure il magistrato chiamato a giudicare la donna ha reputato che non fosse “né appropriato né necessario” condannare la 23enne al carcere. Non so voi ma io sono sbigottita!
La Soutter ha avuto solo l’obbligo di effettuare con 300 ore di lavoro non retribuito nell’ambito di un ordine triennale di rimborso alla comunità. Non potrà avere contatti senza supervisione con minorenni e dovrà sottoporsi a cure per i suoi problemi di salute mentale.
Il giudice Turnbull, che ha seguito il suo caso, ha pensato bene di far assolvere la giovane dichiarando nei verbali che lei ha lottato con una “storia di depressione” e altre questioni personali.
Nella sua dichiarazione ufficiale il giudice ha riferito: “Penso che ci sia poco che la corte possa fare a titolo di punizione che sia maggiore di ciò che lei stessa si è imposta. Le circostanze sono così insolite che un certo grado di comprensione, e un po’ di misericordia, portano alla conclusione che non è né appropriato né necessario imporre una pena detentiva”
Come riporta il giornale The Sun, la giovane donna all’inizio ha pensato bene di mentire, dicendo che quelle fratture le erano state procurate da cadute accidentali o episodi a cui lei era estranea. Ha più volte affermato di non avere “idea” di come si fosse verificate le lesioni al cervello. Il procuratore Ashley Edwards ha detto all’Alta corte di Glasgow: “Era arrabbiata perché aveva un appuntamento per il parrucchiere e non ci poteva andare per il processo. Era seccata per questo”. La Soutter potrà essere dichiarata colpevole di aver aggredito la bambina, per il danno permanente eventuale causatole e per aver messo in pericolo la sua vita solo se lo farà di sua spontanea volontà. Sperando che la sua coscienza “le urli contro”, attendiamo aggiornamenti.