La bronchite, che brutta patologia! I sintomi particolarmente fastidiosi non ci danno opportunità di vivere le giornate tranquillamente e ne di riposare di notte: Tosse insistente grassa o secca, naso che gocciola, mal di gola, fatica, brividi, dolori muscolari sparsi, sensazione di affaticamento… una vera tortura!
Quando i muchi intrappolati nei bronchi, polmoni e in gola diventano sempre più densi e viscosi, significa che la bronchite sta peggiorando e si è difronte alla bronchite acuta.
La brutta novità è che la bronchite può colpire a qualsiasi età e sia donne che uomini; non è una patologia stagionale ovvero che si riscontra solo in inverno. Essa può presentarsi anche in estate, autunno o primavera.
Prima di capire che tipo di cura associare alla bronchite che vi perseguita, è bene capire di che tipo di bronchite siete le vittime. In linea generale la bronchite è un’infiammazione dei bronchi, ma più precisamente della mucosa che si trova al loro interno. Esiste la bronchite acuta e cronica.
La bronchite acuta è l’infiammazione dell’albero tracheobronchiale, di solito secondaria ad un’infezione delle alte vie respiratorie, che si verifica in pazienti senza disturbi polmonari cronici. La causa è quasi sempre un’infezione virale.
Raramente viene identificato l’agente patogeno. Il sintomo più comune è la tosse con o senza febbre e la possibile produzione di escreato. La diagnosi si basa sui reperti clinici. La terapia è di supporto; gli antibiotici sono spesso non necessari. La prognosi è ottima. La bronchite acuta accompagna frequentemente le infezioni delle alte vie respiratorie da rhinovirus, virus parainfluenzale, virus influenzale A o B, virus respiratorio sinciziale, coronavirus, o il metapneumovirus umano.
La bronchite cronica è una malattia debilitante di bronchi e polmoni, caratterizzata da un’eccessiva produzione di muco. Si parla di bronchite cronica quando la persona presenta una tosse cronica produttiva (con produzione di muco) per almeno 3 mesi per 2 anni successivi.
Si differenzia dalla bronchite acuta per una serie di motivi. La bronchite cronica è legata a fattori irritativi, il più importante dei quali è il fumo di sigaretta, ed evolve con il passare degli anni.
La bronchite acuta, invece, è un’infiammazione di origine infettiva (spesso è una complicanza del raffreddore o dell’influenza) e, se curata nel modo giusto, guarisce nell’arco di poco tempo. In alcuni casi, la bronchite cronica evolve in broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), una malattia ad andamento progressivo, non del tutto reversibile.
È il risultato di un processo in continua evoluzione che ostruisce, in modo via via sempre più marcato, le vie aeree, fino a interessare i polmoni e rendendo difficoltosa la respirazione. La progressione è direttamente correlata all’esposizione ai fattori di rischio (il principale è il fumo di sigaretta): più si prolungano le abitudini dannose, più la malattia evolve e peggiora.
Tra le cause tossiche della bronchite, vi è il fumo. Che si tratti di fumo attivo o passivo, la tendenza ad ammalarsi di bronchite tra gli abitudinari delle sigarette è decisamente alta, a peggiorare la situazione vi è anche l’inquinamento atmosferico.
Come accennato in precedenza, i sintomi della bronchite acuta o cronica sono vari.
Se i sintomi non rappresentano una comune influenza o raffreddore, è sempre meglio consultare il medico che, dopo una prima anamnesi, proporrà una radiografia o tac, un prelievo del sangue per capire il livello di ossigenazione o una spirometria per valutare la capacità respiratoria. I risultati vengono messi insieme alla sintomatologia presentata dal paziente in modo da stabilire la possibile diagnosi di bronchite.
Per curare una bronchite acuta, di solito si prescrive paracetamolo associato a pseudoendrina cloridrato, o ibuprofene e nei casi di infezione batterica, si associa un antibiotico.
Il problema è se la bronchite è di tipo cronico. La guarigione non è facile in questo caso e spesso non esiste. In questo caso si cerca soltanto di evitare che essa possa aggravarsi diventando polmonite o ancor peggio insufficienza polmonare.
In primis bisognerà smettere di fumare, poi sarà necessario bere molta acqua per fluidificare i muchi dai bronchi e associare una terapia areosolica con cortisone.
Se il medico lo riterrà opportuno, ci sarà da fare una cura antibiotica per contrastare l’infiammazione di tipo virale o batterico.
Per poter capire se si ha diritto all’invalidità, è sufficiente consultare le tabelle di riferimento proposte dall’INPS che danno diritto all’invalidità civile e, di conseguenza a quali determinate agevolazioni o prestazioni gratuite si ha diritto.
Nel caso della bronchite, quando quest’ultima impone una riduzione della capacità lavorativa, si ha diritto a invalidità.
L’invalidità può essere richiesta solo per due tipi di bronchite, ovvero:
Nel primo caso, dunque, con il 45% di invalidità si ha diritto ad ausili e protesi (ad esempio un respiratore notturno, se ce ne fosse bisogno).
Nel secondo caso, con una percentuale di invalidità del 75%, si ha diritto a:
Per ottenere l’assegno di invalidità, in primis deve essere certificata la riduzione della capacità lavorativa, che c’è sal 75%, occorre avere questi requisiti: