Animali

Cani: pipì in strada? Arrivano multe salate ai padroni che non puliscono

Chi possiede un cane, sa benissimo, che già da diverso tempo, vige la regola di dover raccogliere le feci del proprio cane, con dei guanti e delle buste che verranno poi buttati in appositi contenitori.

Ma le regole per chi possiede un cane, diventano sempre più rigide e interessanti: da oggi, oltre alle feci, sarà necessario anche lavare lì dove il nostro cane ha deciso di urinare: pena, sanzione molto salata e la routine del cane potrebbe addirittura diventare per noi un vero e proprio reato a tutti gli effetti. Cerchiamo di capire cosa dice la nuova legge sul nostro amico peloso da rispettare.


Verona: primo caso, il padrone multato per la pipì del suo cane

L’accaduto racconta di un uomo di 44 anni nella provincia di Verona, che ha portato i suoi cani in giro per la città, ed entrambi gli animali, hanno urinato sulla strada. L’uomo è stato ritenuto colpevole per non aver pulito la sede stradale dove entrambi i cani avevano urinato vicino al cestino di un noto ristorante. Sanzionato immediatamente dalla polizia municipale, con una multa di €157, per il povero uomo non c’è stato nulla da contestare: l’ordinanza prevede che nel centro storico o in qualsiasi altra parte della città, l’urina degli animali debba essere pulita immediatamente con acqua, per non incorrere in una sanzione amministrativa.
L’uomo ha chiesto spiegazioni alle autorità,  i quali hanno esposto le motivazioni in modo semplice e conciso:  l’urina dei cani e di qualsiasi altro animale domestico, se non prontamente lavata, è classificabile come reato di imbrattamento di luogo pubblico.  A tal proposito, è consentito ai propri cani espellere l’urina per strada come di natura fa l’animale, ma il proprietario detiene l’obbligo di pulire immediatamente poiché, sporcare strade ed edifici, rappresenta secondo il codice civile, il reato di imbrattamento e deturpamento dell’ambiente, indipendentemente se è stato fatto da un animale o una persona. Nel caso dell’animale, sarà il padrone a provvedere alla pulizia istantanea. 

   “Il reato di imbrattamento, articolo 639 del Codice Penale, del paragrafo 3 che comprende i reati inerenti a deturpamento e imbrattamento di cose altrui, associa una multa fino a €3000 o reclusione da 3 mesi a un anno, se il luogo imbrattato è d’interesse storico o artistico”.

Di certo non si può impedire al proprio animale di non urinare,  ma bisogna avere l’abitudine di ricordarsi di avere con sé sempre una bottiglia d’acqua per pulire e far scivolare la pipì di fido dal luogo imbrattato, non deve pertanto venire meno mai il senso civico.

Altro episodio riguarda il paese di Torri del Benaco: il sindaco dichiarò già nel 2016, con l’introduzione di cartelli sparsi per la città, che tutti i cani di qualsiasi taglia o razza avrebbero dovuto girare con il pannolino o in via alternativa, i proprietari di cani, compresi quelli in vacanza nel paese, sulla riva veronese del lago di Garda, dovevano munirsi di un “pappagallo” dove far fare pipì al proprio cane o in alternativa dovevano munirsi di sufficiente acqua per pulire.

La nostra speranza è che, tutti coloro che possiedono un cane, possano allo stesso modo decidere di continuare ad accudirli, pur dovendo avere una cautela In più rispetto al passato.


Giudizio della Cassazione

Sanzioni e reati di questo genere sono stati già riscontrati e già da tempo la Cassazione è intervenuta in riguardo su questi episodi: un altro episodio aveva come protagonista un uomo che, nel centro storico di Firenze, ha pulito immediatamente l’urina del suo cane che aveva lasciato su un importante edificio storico.
In questo caso non c’è stato reato poiché, il soggetto in questione si è immediatamente reso conto che il suo animale aveva sporcato un edificio molto importante, ripulendolo tempestivamente.

Voce agli animalisti

Secondo la AIDAA, ovvero l’associazione italiana difesa animali e ambiente, questa legge e di conseguenza le multe attribuite, sono del tutto ridicole. Gli animalisti hanno il timore che oltre al danno economico che il proprietario può subire se sprovvisto di bottiglietta d’acqua, mentre è in giro con il proprio cane, possa anche essere o diventare un pretesto di abbandono, da parte di chi un cane ce l’ha, incrementando pertanto il fenomeno del randagismo.

Ci auguriamo che i possessori dei cani possano comprendere che, con un po’ di sacrificio in più, si può comunque continuare a prendersi cura del proprio animale che ci riempie il cuore di gioia e non ha diritto di essere abbandonato per colpa delle leggi, che alcuni ritengono insulse del nostro paese ma che in realtà rappresentato il senso civico e il rispetto per ambianti e persone.

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