domenica - 22 Dicembre - 2024

Cardinali milionari: guadagni da 35 mila euro al mese, terreni, ville, auto.Tutte le ricchezze del clero, alla faccia dell’umiltà

Non sempre pensare alla Chiesa significa ricollegarsi agli insegnamenti di Cristo che predicava umiltà, povertà e fratellanza.

I cardinali, a dirlo sembra squallido, ma sono milionari, proprietari di terreni, ville e auto, mentre il popolo continua a vivere nella povertà. Chi dovrebbe vivere di carità (secondo Gesù) è ricco, chi no è povero e a volte non ha neppure cibo per sfamarsi.
“San Pietro non aveva conto in banca” ha detto papa Francesco  di recente, il cui nome certo esprime un’intenzione quanto meno a ispirarsi alla povertà, a quella “chiesa dei poveri” tanto cara al fondatore dell’ordine mendicante per eccellenza.

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Papa Bergoglio: San Pietro non aveva conto in banca

Poco tempo fa Papa Francesco si è messo “le mani in testa”dopo aver scoperto che il cardinale e arcivescovo cattolico honduregno Oscar Maradiaga, acceso sostenitore di una Chiesa povera e pauperista e nel 2017 promosso proprio da Bergoglio coordinatore del Consiglio dei cardinali – aveva ricevuto per anni circa 35 mila euro al mese (a cui aggiunge una “tredicesima” da 54 mila euro a dicembre) dall’università cattolica di Tegucigalpa.

Un conto in banca sembrano averlo però molti sotto la mano di Santa romana Chiesa. E anche bello cospicuo, senza contare le proprietà e i beni. Precisiamo, moltissimi ottenuti in modo assolutamente lecito, per eredità familiari o lasciti testamentari, molti dei quali raccontati dal giornalista Mario Guarino, su Vaticash, il suo nuovo libro di inchiesta edito da edizioni Koinè.

A predicare la povertà, l’umiltà evangelica insomma è rimasto solo il Vangelo scritto…da quello che sembra!

Tra i nomi che compaiono nel libro, molto ricco e ben documentato, compare anche Monsignor Liberio Andreatta, il responsabile dell’Opera Romana Pellegrinaggi, con 38 fogli di visure immobiliari al catasto, terreni coltivati tra la Maremma e le campagne di Treviso, un edificio di 1432 metri quadrati e tre immobili in usufrutto e una serie di fabbricati rurali tra Fibbianello e Semproniano. Oppure l’arcivescovo di Palermo, cardinale Paolo Romeo, con 8 appartamenti e sei monolocali monolocali, 22 vani abitativi, edifici residenziali, terreni coltivati, tra cui un vastissimo agrumeto.

Continuiamo l’elenco con l’arcivescovo  Ettore Balestrero, che possiede numerose proprietà in Italia, tra cui una residenza di dieci vani a Roma, in via Lucio Afranio, altre quattro unità immobiliari a Genova e un appartamento in nuda proprietà a Stazzano, nell’Alessandrino, dove risulta anche possessore di molti terreni agricoli e boschi da taglio. Passando per il vescovo Giorgio Corbellini, comproprietario di circa 500 ettari di boschi, due fabbricati e altre centinaia di ettari di pascoli e terreni seminativi sulle colline di Bettola (Piacenza).

Il cardinale Domenico Calcagno presidente dell’Apsa, è invece proprietario  di un appartamento di 6,5 vani in via della Stazione di San Pietro e altri quattro edifici residenziali nel suo paese natale.Inoltre, insieme a due parenti, è comproprietario di oltre 70 ettari di campi e vigneti in Piemonte.
E ancora gli appartamenti di Camillo Ruini, di Carlo Maria Viganò. Ma non finisce qui!

E’ anche molto recente la notizia che riguarda la contestazione del vescovo austriaco Aloise Schwarz, per le sue pazze spesse effettuate come la costruzione di una piscina con sauna, e regali costosi per la sua presunta amante. Il vescovo si difende: “quando gestisci del denaro è possibile cadere nel lusso, anni in cui guadagni e altri in cui investi”.
Cosa aspettarsi insomma dalla Chiesa? Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti.

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