domenica - 22 Dicembre - 2024

Covid, Pregliasco: «A Natale pranzi e cene senza nonni. Non possiamo ripetere gli errori estivi»

Il Prof. Fabrizio Ernesto Pregliasco è l’attuale Direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, oltre che Ricercatore Confermato in Igiene Generale ed applicata all’Università degli Studi di Milano. È inoltre Consigliere del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) e Membro del Consiglio Nazionale del Terzo Settore al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di Roma. In vista di un nuovo DPCM per le festività natalizie, il Prof. Pregliasco ha suggerito di trascorrere le feste natalizie lontano dei nonni, per evitare di contagiare questi soggetti particolarmente fragili e che potrebbero non uscire illesi dalla malattia da Covid.

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No alle feste con i nonni

«Le chiusure stanno funzionando e le nuove zone rosse e arancioni proseguono nella direzione giusta. Ora bisogna investire per evitare altri guai a gennaio». A dirlo in un’intervista a La Stampa Fabrizio Pregliasco, ricercatore di Virologia all’Università Statale e direttore sanitario del Galeazzi di Milano.

Secondo Pregliasco la seconda ondata è «alla fine della crescita esponenziale, cioè all’appiattimento della curva. Le misure stanno funzionando e per questo ha senso continuare in Campania, in Toscana e ovunque necessario». La curva piatta ci regalerà « un Natale tranquillo. Le chiusure non abbatteranno i contagi, ma eviteranno il caos e tra un mese si potrà fare qualche giudiziosa riapertura».

Dello stesso parere di Galli, Il prof. Pregliasco ritiene che a Natale i contagi saranno diminuiti se si continua ad adottare un comportamento responsabile.

Pregliasco ritiene che a Natale i contagi saranno diminuiti «ma non dovremo ripetere gli errori estivi. Ogni contatto rimarrà a rischio». Quanto al pranzo di Natale si potrà fare anche se «i nonni sarà meglio lasciarli a casa. Genitori e figli al massimo». Il virologo osserva che «550 decessi solo ieri suggeriscono anche a chi vive in zone gialle e arancioni di evitare qualsiasi contatto rimandabile».

Quanto è grande il rischio di una terza ondata?

«Esiste e bisogna prepararsi, anche se non è detto che si verifichi. La strategia del governo di chiusure lente e graduali potrebbe portare dei risultati di lungo periodo». Andavano fatte prima? «Certo, un lockdown immediato sarebbe stato meglio, ma i provvedimenti vanno compresi da tutti altrimenti sono controproducenti. Già così il governo è stato molto criticato. Va ricordato che si tratta di una situazione senza precedenti in cui molti Paesi efficienti sono andati in crisi».

Come prepararsi alla terza ondata?

«Non disperdendo i risultati di queste chiusure. A gennaio ci sarà il picco dell’influenza e saremo avvantaggiati se avremo aumentato la capacità di tracciamento, di tamponi e di test veloci come screening in scuole e aziende. Dovremo migliorare i protocolli per le cure a casa e l’organizzazione degli hotel Covid. Infine, una maggiore tranquillità mediatica potrebbe diminuire l’ansia collettiva».

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