La cervicale infiammata affligge moltissime persone: cambio di stagione, freddo, stress, cattiva postura, traumi e tante altre cause aggravano la situazione e diventa difficile anche dormire in serenità.
Una persona su tre ha provato almeno una volta nella vita il disagio della cervicalgia. E’ un problema particolarmente diffuso e che non fa distinzione tra uomini e donne.
Luca Bertini, medico ortopedico esperto di cure naturali spiega:«Si presenta con un dolore continuo nella zona del collo, che può estendersi alle spalle e alle scapole. E incide molto sulla qualità della vita, anche di notte quando, per colpa di questo problema, il sonno può risultare molto disturbato. Per questo è fondamentale utilizzare gli accorgimenti giusti per addormentarsi più facilmente e risvegliarsi senza dolore».
La cervicalgia non è altro che un’infiammazione, che colpisce le vertebre superiori della colonna vertebrale, quelle che sostengono il collo e la testa.
Il dolore causa l’irrigidimento del collo e una forte diminuzione nelle capacità di movimento. Tende inoltre a irradiarsi alle spalle e alle braccia, e a essere accompagnata da altri sintomi quali mal di testa, vertigini, nausea e disturbi sensoriali (alla vista e all’udito).
Esistono alcune malattie che fra i sintomi annoverano tipicamente dolori nella regione cervicale. Spesso si tratta di patologie dovute alla progressiva degenerazione delle ossa, come l’artrite reumatoide, l’osteoartrosi, oppure l’ernia del disco.
Per alleviare il dolore quando, nonostante tutto, arriva, si può ricorrere ai farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), usando con parsimonia questi farmaci.
Ne casi più gravi si può arrivare ad avere un ernia cervicale.
L’ernia cervicale è un problema che si verifica a livello dei dischi posti tra una vertebra e l’altra.
Naturalmente parliamo delle vertebre cervicali, ovvero delle prime 7 vertebre della colonna.
I dischi tra una vertebra e l’altra sono frequentemente sede di problemi, tra cui:
Quando una piccola porzione di un disco si rompe, il materiale all’interno (nucleo polposo) esce, e può comprimere la radice nervosa a fianco, o più raramente il midollo spinale (se esce al centro).
È per questo che si parla di ernia ,cioè di qualcosa che è “uscito” dalla sua sede.
Nella maggior parte dei casi, l’ernia cervicale avviene a livello dei segmenti C5-C6 e C6-C7.
Si tratta di un processo molto comune: infatti, molti studi indicano che fino al 70% della popolazione adulta ha una piccola/media ernia e nessun sintomo.
Ma quali sono i diritti di chi soffre di ernia cervicale? Si spazia dalle detrazioni fiscali per le spese mediche e per la fisioterapia ai permessi sul lavoro.
L’ernia cervicale può dar diritto al riconoscimento dell’invalidità civile, sebbene non sia presente nelle tabelle ministeriali, dove vi è infatti, solo un riferimento agli “esiti di trattamento chirurgico per ernia diaframmatica congenita”, con riconoscimento di invalidità dall’uno al 40 per cento.
Al di là di ciò, spetta al richiedente dimostrare che la propria patologia (in questo caso, l’ernia) sia davvero invalidante, e cioè gli riduca la capacità lavorativa di almeno un terzo oppure gli impedisca di compiere gli atti quotidiani della vita. Colui che è affetto da questa patologia potrà supportare la propria richiesta con la documentazione medica in suo possesso dalla quale si evince la gravità dell’ernia, le cure a cui si è sottoposto, le conseguenze negative che comportano per la propria vita, gli eventuali interventi chirurgici subiti. Tutto ciò è molto importante affinché la commissione esaminatrice possa valutare con giusta cognizione di causa le condizioni dell’ammalato.
Ma non è tutto, per poter avere diritto all’assegno questa percentuale deve essere superiore o almeno uguale al 74% e ci si deve trovare in un effettivo stato di bisogno economico.
Ricordiamo che, come da ultimo Decreto legislativo, per chi ha un invalidità pari al 100%, si ha diritto ad un assegno mensile di 615 euro.
Inoltre chi soffre di ernia cervicale o cervicalgia si potrà ottenere degli sconti fiscali su tutte le spese mediche e farmaceutiche pari al 19%.
Ciò vale anche per spese inerenti ai massaggi, ginnastica posturale, ecc…
Attenzione però: per poter ottenere l’agevolazione fiscale è necessario che la ginnastica non sia seguita da un istruttore generico di palestra, ma deve essere effettuata da un fisioterapista con diploma di laurea o altro medico specialista. Inoltre è necessario avere un certificato medico che, dopo aver attestato la patologia, prescriva come necessario rimedio di cura, la ginnastica in questione.
È diritto di chi soffre di ernia cervicale acquistare un materasso ortopedico. Anche per questa spesa è possibile ottenere la detrazione fiscale del 19% previa prescrizione medica su carta intestata (in alternativa il contribuente può presentare un’autocertificazione che attesti la necessità per la quale l’ausilio viene acquistato) e fattura in cui si specifica il tipo di spesa sostenuta. La fattura deve essere intestata al contribuente.
Al pari della ginnastica postulare anche la fisioterapia eseguita da un centro medico specializzato può essere scaricata dalle tasse (si pensi alle sedute di ozonoterapia, la tens, la ionoforesi, gli infrarossi, la tecar terapia, le trazioni, la massoterapia, ecc.). I limiti sono gli stessi: detrazione del 19% con franchigia di 129,11 euro.
Per l’acquisto di tutte le medicine acquistate da chi soffre di ernia cervicale è consentita la detrazione fiscale del 19% salva sempre la franchigia di 129,11 euro. Ad esempio, su una spesa di 2mila euro si deve prima detrarre 129,11 euro; sul risultato, pari a 1.871 euro si applica la detrazione del 19% pari a 355 euro. In pratica il contribuente scala dalle tasse da pagare allo Stato 355 euro nell’anno successivo a quello di sostenimento della spesa. Dall’altro lato però se la spesa complessiva annua per le medicine è inferiore alla franchigia di 129,11 euro, al contribuente non spetta alcuna detrazione.
Tra le malattie che consentono di poter ususfruire della legge 104 c’è anche il dolore alla cervicale quando è dovuto ad artrite reumatoide, elencata tra le patologie reumatiche, che dà luogo a un’invalidità compresa tra il 21 e il 100%; stessa cosa per la sclerodermia, la spondilite anchilosante e le altre spondiloartriti, il lupus eritematoso e le vasculiti. Infine, l’artrosi dà luogo a un’invalidità dal 5 al 100%, a seconda della gravità.
Chi soffre di dolori cervicali ha diritto, innanzitutto, di ottenere dei giorni di malattia retribuiti. Ovviamente, occorre seguire la normale procedura e farsi rilasciare un certificato dal proprio medico di base che provvederà anche a trasmettere il tutto all’INPS. Questo per i controlli da effettuare tramite le visite fiscali. Ovviamente, i giorni di malattia sono decisi dal medico ma non possono mai superare il tetto massimo stabilito nel proprio contratto collettivo nazionale. Pena il licenziamento.