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Draghi taglia le pensioni fino a 170 euro. Ecco cosa fare per evitare il taglio!

Cambia il Governo ma la storia resta la stessa. Anche Mario Draghi infatti, sta pensando di sconvolgere le pensioni: il 1° gennaio 2022 dovrà essere applicata la Legge Fornero e molti pensionati vedranno dei grossi tagli sull’importo.

La data è certa ed è da segnare sul calendario: 31 dicembre 2021. Il giorno in cui molte pensioni saranno penalizzate. In questa data infatti, sarà annullata Quota 100.

Anticipata dalla Legge di Bilancio per il 2019 e successivamente introdotta dal decreto legge 4/2019, “Quota 100” è la misura previdenziale, che consente ai lavoratori dipendenti, autonomi e parasubordinati che maturano un requisito contributivo minimo pari a 38 anni e un’età anagrafica di 62 anni di andare in pensione …

Una volta annullata quota 100, chi vorrà andare in pensione si dovrà adeguare alle regole della riforma voluta dieci anni fa dal Governo Monti. E’ importante, per i lavoratori, cercare di capire come fare per evitare il taglio della pensione!

Quanti andranno in pensione nel 2021, si vedranno decurtare l’assegno di un importo compreso tra i 70 ed i 117 euro. A penalizzare i ratei è principalmente il coefficiente di trasformazione, soprattutto quando si prendono in considerazioni le pensioni calcolate con il sistema contributivo. Sfortunatamente, in questo modo, saranno penalizzati gli assegni con gli importi crescenti. Prima si decide di uscire dal mondo del lavoro, con un assegno medio alto, più alte sono le probabilità di subire una decurtazione.

Andare in pensione nel 2021 a 62 anni, significa subire un taglio netto dell’assegno pari a 70 euro lordi ogni anno, nel caso in cui si percepisse un rateo mensile pari a 1.500 euro. Se invece si prendesse in considerazione un assegno mensile di 2.000 euro, il taglio annuale sarebbe pari a 94 euro, arrivando a 117 euro nel caso in cui si percepissero 2.500 euro.

Come fare per salvare la pensione?

Un consiglio per salvare l’importo è quello di continuare a lavorare: almeno per due o tre anni. Sono diverse le possibilità da tenere in considerazione; la prima, senza dubbio, è la cifra dello stipendio, poi viene il montante contributivo ed infine l’età di uscita.

Senza dubbio la variabile più importante per conoscere il futuro della nostra pensione è quella legata alla permanenza sul posto di lavoro: il lavoratore che avesse compiuto 62 anni e decidesse di uscire dal lavoro a 64 anni, potrebbe contare su un importo pari a 1.000 euro in più ogni anno sul proprio trattamento previdenziale. Nel caso in cui, invece, decidesse di andare in pensione a 65 anni, l’importo dell’assegno mensile potrebbe crescere anche di 100 euro lordi ogni mese. E’ meglio farsi due conti in tasca, prima di andare in pensione, sfruttando la possibilità offerta da Quota 100.