Le barriere di plexiglass a scuola per il ritorno alla didattica in aula a settembre fanno ancora discutere. Le misure non trovano il favore di docenti e genitori che già, sui social network, hanno bocciato l’idea.
Pare, però, che quanto sia filtrato nelle ultime ore, a margine dell’incontro tra il governo e i sindacati, non sia un’idea del Ministero dell’Istruzione, ma del Comitato tecnico scientifico.
Ecco quanto detto da Giulio Ceppi: “È una proposta del Comitato tecnico-scientifico del Ministero della Salute, non nostra, e spero pensata per una situazione di massima emergenza, un livello di rischio molto alto. Il Cts ha un approccio molto restrittivo e cautelativo: abbiamo un po’ di problemi di conflitto con loro, dobbiamo capirci meglio tra i due Ministeri e mediare le cose. È sbagliato dire adesso, ai primi di giugno, cosa dal punto di vista epidemiologico si debba fare a settembre: mancano tre mesi e la situazione può cambiare da 0 a 100 e viceversa. Bisogna cautelarsi, ma a settembre le condizioni saranno ottimisticamente più tranquille”
Il plexiglass è una scelta cautelativa, si teme il peggio e speriamo di non usarli”, spiega Ceppi, che poi aggiunge: “Prima di dire che tutti i bambini vanno messi dietro a un plexiglass, come hanno fatto Inail e altre istituzioni vanno definiti scenari di emergenza e per condizioni diverse di rischio, livelli “verde”, “giallo”, “rosso”, anche a seconda delle zone. Il rischio è generalizzare soluzioni per tutti. Il nostro Comitato non è entrato in aspetti frontali sul piano dell’epidemiologia, era un compito del Cts: ora però va trovato un ragionamento a quattro mani, con standard di protezione e comportamenti legati alla situazione, pensando che con il freddo e l’inverno la situazione possa peggiorare. C’è anche un tema di organizzazione e logistica: come e quando comprare plexiglass per tutte le scuole? La scuola non ha meccanismi e pratiche rapide”.
Secondo quanto segnala il Corriere della Sera, nei prossimi giorni gli esperti del Comitato tecnico renderanno note le loro indicazioni su queste proposte, poi l’Inail dovrà capire come dovranno essere i divisori (forme e misure).
Sembra, poi, che il Ministero dell’Istruzione non voglia più dividere le classi in due gruppi e si potrebbe puntare sulla riduzione dell’orario di lezione (fino a 40 minuti) e lo scaglionamento degli ingressi a scuola.