lunedì - 23 Dicembre - 2024

Ecco il segreto per fare il regalo perfetto

Meglio un regalo sentimentale oppure costoso e commerciale per essere sicuri che piaccia a chi lo riceve? La risposta la danno gli psicologi

Un regalo, si sa, se ricevuto con il cuore fa sempre piacere anche quando non è proprio di nostro gradimento. Per non commettere errori e assicurarci di spendere del denaro in modo appropriato e con il risultato che piaccia davvero, gli psicologi ci spiegano come fare.

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Di solito si è combattuti tra un regalo dal valore sentimentale e magari poco costoso come una foto incorniciata, una dedica su un cuscino, e quello più superficiale, costoso, di una nota marca che non esprime sentimento ma che colpisce per il suo valore economico come ad esempio una borsa di una noto brand.

Quale sarà la scelta giusta?

E’stata l’università di Carnegie Mellon che ha condotto studi ed esperimenti e sono giunti ad una giusta conclusione: ad un gruppo di 150 partecipanti è stato chiesto cosa avrebbero voluto ricevere o regalare tra un regalo sentimentale e un regalo superficiale.

Quasi il 65 % ha affermato che gradirebbe di gran lunga un regalo poco costoso ma che metta in evidenza dei sentimenti e faccia riferimento al rapporto affettivo tra chi riceve il regalo e chi lo dona. Esempio concreto potrebbe essere quello tra madre e figlia: una madre preferirebbe anche semplicemente una foto che ritrae un momento stupendo vissuto con la propria figlia/o piuttosto che una collana d’oro senza significato alcuno.

Gli autori del sondaggio perciò riferiscono:

“Le persone spendono miliardi di dollari ogni anno per i regali e i dati suggeriscono che non li spendono in modo appropriato.

Stiamo anche trovando prove in un altro progetto che le persone si sentono più vicine a chi fa un regalo, quando ricevono doni sentimentali, per cui la gente dovrebbe tenerlo presente la prossima volta che dovrà decidere quale regalo fare”.

Per concludere non resta che ricordare che il miglior suggerimento è quello di fare doni con il cuore poiché il valore commerciale dell’oggetto donato non ha nessun valore se non è donato con affetto.

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