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Elsa Fornero in pensione: ma per lei la pensione è d’oro e anticipata rispetto a quella degli italiani

Molti ricordano la Riforma Fornero sulle pensioni che ha creato non poco dispiacere tra gli italiani.  Fu varata dal governo di Mario Monti e convertita dalla legge 22 dicembre 2011. In quell’anno, Elsa Fornero era ministro del lavoro e delle politiche sociali.

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Ma cosa prevedeva la legge Fornero?

Le novità più importanti erano tre:

-aumento progressivo dell’età a cui si è ammessi a godere della pensione di vecchiaia

-applicazione più ampia del metodo contributivo nel calcolo della pensione dovuta a chi percepisce la pensione di anzianità;

-revisione delle tipologie di pensione corrisposte, con introduzione della pensione anticipata al posto della pensione di anzianità.

A causa della legge Fornero, ogni due anni l’età pensionabile aumenterà di qualche mese, fino ad arrivare a 69 anni e 5 mesi nel biennio 2049-50.

Questa la riforma Fornero: andare in pensione sempre più tardi e con importi sempre più bassi.

Elsa Fornero è andata in pensione ma…per lei la legge che prende il suo nome non è attuata.

A 71 anni ha lasciato la docenza all’Università di Torino. Aveva dichiarato di volersi dedicare alle letture, ai viaggi e a coltivare l’orto.

La normativa che porta il suo nome però non si applica ai professori universitari..e lei è una di queste.

La notizia non può che attirare l’attenzione: la ministra della contestata riforma, Elsa Fornero, è andata in pensione ma senza utilizzare la normativa che porta il suo nome. L’ex componente del governo Monti all’età di 71 anni di età ha detto addio alla cattedra all’Università di Torino.

Dichiarava di volersi dedicare alle letture e al volontariato, a viaggiare col marito e coltivare l’orto. Per lei come per tutti i docenti universitari la riforma che porta il suo nome però non vale.

La professoressa ha insegnato per circa 40 anni Economia Politica a Torino ed ora ha deciso di lasciare il lavoro. Tuttavia “per i professori universitari non valgono le regole previste dal suo sistema pensionistico – spiega l’interessata su Repubblica – Fino a qualche tempo fa potevamo lavorare fino a 72 anni, ma da una decina d’anni il limite è stato abbassato a 70”.

Non si può in sostanza prolungare la permanenza al lavoro se non come docente in quiescenza. La signora Fornero, si legge sul giornale, avrebbe potuto ottenere il pensionamento già alla fine del mandato governativo.

Se avessi fatto domanda allora avrei ottenuto un assegno mensile più che doppio rispetto a quello che avrò da novembre, ma ho preferito continuare a insegnare”, spiega prima di tornare ai fondamenti della sua riforma pensionistica per difenderla.
Secondo il Giornale, che cita gli ultimi dati forniti dall’Inps, l’importo annuo lordo medio di tutte le pensioni relative ai docenti universitari come la Fornero è di circa 65.500 euro, cioè 3.300 euro netti al mese.
Era necessaria – dichiarava – Ho dovuto fare delle scelte dolorose, ma che hanno avuto effetti positivi sulla tenuta delle finanze dello Stato e che ne avranno anche in futuro”.

Per questo ribadisce che l’abolizione della sua riforma sarebbe un grande errore, ma conviene sulla possibilità di apportarvi delle modifiche: “Ci vuole tempo – aveva dichiarato – ma forse si potrà realizzare maggiore flessibilità nell’età di pensionamento, con una variazione dell’assegno mensile che sarà più alto per chi va in pensione più tardi”.

Nonostante criticata e odiata da molti italiani  pensionati, lei è sempre sembrata serena. “Pensavo di aver fatto il mio lavoro con impegno e il bene del Paese” aveva detto. Ora potrà dedicarsi all’orto, alla lettura e ai viaggi. In definitiva a godere della pensione, che non è arrivata, però, tramite la normativa Fornero.

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