Abemaciclib è una terapia (biologica) mirata. Questo gruppo di farmaci blocca la crescita e la diffusione del cancro. Mirano e interferiscono con i processi nelle cellule che causano la crescita del cancro.
Abemaciclib è il nome generico (senza marchio) del farmaco. Il suo marchio è Verzenios.
Quando usato per trattare il carcinoma mammario, abemaciclib viene assunto insieme alla terapia ormonale (endocrina).
Abemaciclib può essere somministrato a persone con carcinoma mammario localmente avanzato o secondario che sia entrambi:
-recettore degli estrogeni positivo (ER +) (in cui l’ormone estrogeno “aiuta” il cancro al seno a crescere)
.HER2 negativo (carcinoma mammario che ha un livello normale della proteina HER2)
Questi tumori al seno colpiscono 7 donne su 10 nel caso di stadio avanzato, ovvero 10.000 persone ogni anno solamente in Italia.
Via libera al farmaco contro il tumore al seno
Alcune proteine nel corpo causano la crescita e la divisione delle cellule. Nel carcinoma mammario ER positivo (ER +), HER2 negativo, queste proteine possono diventare iperattive e aiutare le cellule del cancro al seno a crescere. Abemaciclib agisce bloccando queste proteine, contribuendo a fermare la crescita e la divisione delle cellule tumorali.
Come viene somministrato il farmaco?
Abemaciclib è un tablet. La quantità prescritta di compresse deve essere assunta intera con acqua, al mattino e alla sera all’incirca alla stessa ora ogni giorno. Può essere assunto con o senza cibo.
Il farmaco ha avuto ottimi risultati anche nelle pazienti con cancro molto aggressivo, quindi in coloro che avevano ricevuto una prognosi infausta a causa di una progressione rapida del tumore o della presenza di metastasi nel fegato o nei polmoni.
Un’assunzione di Abemaciclib insieme a fulvestrant, è in grado di ritardare il ricorso alla chemioterapia, con un tempo mediano alla chemioterapia di 50,2 mesi contro 22,1 mesi del placebo.
Dalle statistiche è emerso che è in grado di ridurre la mortalità o le probabilità di progressione della malattia del 46%.
Secondo Pierfranco Conte, professore di Oncologia medica all’Università di Padova e direttore della divisione di Oncologia medica 2, all’Istituto Oncologico Veneto:
“Questo farmaco è un inibitore selettivo molto efficace in grado di prolungare il controllo della malattia nelle pazienti con tumore al seno sensibile agli ormoni.
Aveva già mostrato un notevole beneficio in termini di sopravvivenza libera da progressione. Ora, però, i risultati del Monarch 2, mostrano un miglioramento significativo anche nella sopravvivenza globale delle donne affette da carcinoma mammario avanzato HR+, Her2-.
Queste pazienti hanno un’opzione di trattamento che può consentire loro un allungamento di vita. Non dimentichiamo che quando ricevono una diagnosi di carcinoma mammario avanzato, le pazienti apprendono anche che la loro malattia, per quanto possa essere gestita, rimane incurabile. Oggi possiamo offrire una speranza in più”.