A chi non mancano i propri nonni? sono persone che resteranno sempre nel nostro cuore e daremmo di tutto per sentire ancora una volta la loro voce, le loro carezze, i loro racconti che ci mettevano tanta tranquillità.
E’ la legge della natura: i nonni hanno il privilegio di vederci nascere e crescere, noi abbiamo quello di essere testimoni di come invecchiano e dicono addio al mondo. La loro perdita è quasi sempre la prima che dobbiamo affrontare durante la nostra infanzia.
A un bambino bisogna dire sempre la verità: è necessario adattare il messaggio a seconda dell’età, ma un errore spesso commesso dai genitori è usare metafore come “il nonno è su una stella” o “la nonna dorme in cielo”.
Spiegando la morte al bambino in modo religioso, è necessario includere il fatto che il nonno o la nonna “non tornerà”.
La morte non è un tabù e le lacrime degli adulti non devono essere nascoste ai bambini. Tutti abbiamo sofferto la perdita di una persona a cui volevamo bene, e abbiamo sentito la necessità di parlarne e sfogarci. Anche i bambini lo faranno, ed è per questo che vanno guidati dagli adulti.
Nonostante non siano più presenti fisicamente, i nonni lo saranno nelle nostre vite, attraverso i momenti trascorsi in famiglia e i racconti offerti all nuove generazioni.
La loro presenza è percepibile attraverso un albero piantato dal nonno, un vestito cucito dalla nonna, delle foto ingiallite, odori che ricordano le loro pietanze preferite e che si trovano nella nostra memoria emotiva.
Il loro ricordo è presente in tutti i consigli che ci hanno dato, nelle storie che ci hanno raccontato o in quel particolare del viso che abbiamo ereditato da loro.
I nonni non muoiono, il loro ricordo è impresso nelle nostre emozioni in un modo delicato e profondo, più della genetica.