martedì - 5 Novembre - 2024

I secondi figli maschi sono maggiormente predisposti a mettersi nei guai: lo afferma uno studio

I figli, si sa, sono la nostra gioia e il nostro dolore e non tutti sono uguali tra loro. Alcuni sono più sensibili e cauti, altri più vivaci e senza freni inibitori. Crescere i nostri figli è un esperienza unica e irripetibile ma specialmente è ricca di sorprese. Da diversi studi infatti, emerge un interessante novità che riguarda i secondogeniti: il secondo figlio maschio sarebbe maggiormente predisposto a cacciarsi nei guai e creare problemi di vario genere.

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A questo proposito, Joseph Doyle, economista del Massachusetts Institute of Technology (MIT), ha condotto uno studio su migliaia di bambini in Danimarca, e quanto emerso è davvero interessante.
Sembrerebbe che i bambini che hanno dei fratelli maggiori maschi, abbiano una percentuale molto più alta di mettersi in guai seri nell’arco della propria vita.

Percentuale che cala rapidamente qualora i piccoli abbiano una sorella maggiore anziché un fratello. La cosa interessante è che la situazione non sembra essere influenzata dagli stili di vita, né dallo status sociale delle famiglie analizzate. Molte le spiegazioni di Doyle sulla probabile causa che creerebbe queste dinamiche, non ultima la responsabilità dei genitori, che con i secondi figli appaiono spesso meno attenti e presenti.

I genitori danno al secondogenito meno attenzioni e questo lo porterebbe alla creazione di una personalità ribelle che fatica ad adattarsi alle regole sociali. Un altro fattore che è stato individuato dallo studio di Doyle è l’influenza che il fratello maggiore ha sul più piccolo, tanto da portarlo a commettere azioni ancora più importanti anche per uno spirito di competizione e di emulazione.

Naturalmente questo non avviene in tutte le famiglie ma è una possibilità che interessa solo alcune. Quello che si potrebbe fare per evitarlo è sicuramente cercare di dedicare tempo e attenzioni anche ai più piccoli e infondere gli stessi valori ad entrambi i figli.

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