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Il Coronavirus arriva in Veneto: due pazienti trovati positivi all’infezione a Padova

Dopo la Lombardia il Coronavirus Covid-19 è arrivato anche in Veneto. Due pazienti sono stati trovati positivi al test a Padova. Si tratta di due anziani, padovani e residenti in provincia, precisamente a Vo’ Euganeo. I pazienti sono stati ricoverati nel reparto Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera della città. Uno di loro sarebbe in gravi condizioni. Il tampone, già risultato positivo, è stato inviato per riscontri all’Istituto Spallanzani di Roma e pertanto si attende la conferma definitiva.  “Al momento non sono confermati, ci sono verifiche in corso”, è quanto ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza.

Fino a questo momento in Veneto erano stati ricoverati nei reparti ospedalieri di malattie infettive nove casi sospetti, riferiti a soggetti che presentavano lieve sintomatologia respiratoria e che rientravano da aree a rischio della Cina. Il presidente della Regione, Luca Zaia, si sta recando a una riunione d’emergenza nella sede dell’Unità di crisi, istituita nei locali dell’Asl in via degli Scrovegni, a Padova. Il governatore ha sottolineato che i due pazienti positivi al nuovo virus “hanno avuto contatti in loco, non sono andate in Cina, non sono il classico ‘caso sospetto’. Uno è del ’42 e uno del ’53. Uno è in condizioni critiche in terapia intensiva e ha sviluppato una malattia importante alle vie aeree ed era curato per una normale influenza”.

Sempre Luca Zaia, qualche ora fa, aveva dichiarato che per noi l’allerta è massima e ci stiamo preparando a un’eventuale emergenza più importante. Combattiamo un virus, per cui l’attenzione è totale. In caso di necessità siamo pronti a intervenire su più piani e a tutti i livelli, anche in modo drastico se ve ne fosse bisogno. Già ora, comunque, interveniamo con tutte le azioni necessarie al minimo sospetto, anche che un cittadino veneto possa aver avuto contatti con persone infette o provenienti da zone infette”. Sale così a sedici il numero degli italiani infetti. I due padovani si aggiungono così ai quattordici casi del Lodigiano, in Lombardia.