domenica - 22 Dicembre - 2024

Ilaria Capua: “Ho rischiato l’ergastolo, accusata di procurata epidemia, sono scappata per la vergogna e poi prosciolta”. I segreti della virologa italiana

Abbiamo sentito parlare di Ilaria Capua più volte nel corso di questi mesi di triste emergenza sanitaria, la stessa virologa che sin dal primo momento ha affermato che non ci sarebbe stata alcuna possibilità di veder scomparire il virus nei mesi estivi. Ilaria Capua tira fuori i suoi segreti e le sue vicissitudini degli ultimi anni.

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Ilaria Capua come Silvio Berlusconi, è stata presa di mira dalla giustizia.

Sono passati quattro anni dal mio proscioglimento dall’accusa di procurata epidemia ed altri 11 reati penali”. La direttrice dell’One Health Center alla University of Florida, in un’intervista al Giornale, ha ricordato quel terribile periodo quando ha addirittura “rischiato l’ergastolo“. In quel momento, “per vergogna ed umiliazione ho lasciato l’Italia. Si erano sbagliati però. Non era vero“.

Ilaria Capua ha avuto sempre un ruolo di spicco tra i virologi italiani e bisogna riconoscere i suoi meriti: è stata lei la prima a isolare il virus H5N1 e nel 2006 a rendere pubblica la sequenza genica dell’aviaria.

Il 4 aprile 2014, secondo quanto scritto dal settimanale L’Espresso, fu iscritta nel registro degli indagati per associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati di corruzione, abuso d’ufficio e traffico illecito di virus. Accusata inoltre di arricchirsi grazie ad accordi con aziende farmaceutiche per produrre vaccini per la malattia della lingua blu e l’aviaria.

Oltre a rigettare pubblicamente tutte le accuse, la stessa Capua querelava per diffamazione a mezzo stampa il settimanale L’Espresso.

La Capua però non si è mai arresa e la verità è venuta a galla esattamente il 5 luglio del 2016, quando la virologa viene prosciolta.

In seguito a questa vicenda, Ilaria Capua ha lasciato la Camera dei Deputati il 28 settembre 2016 e ha deciso di trasferirsi negli Stati Uniti, dove ha accettato il ruolo di direttore di un centro di eccellenza all’Università della Florida.

Poi con il coronavirus la paura è tornata: “I dati vanno condivisi e la trasparenza è fondamentale, ci mancherebbe. Ma io non parlo di rivincite. Anzi, sono spaventata dal fatto che tutta questa grande visibilità non mi si rivolga contro. Magari diranno che il coronavirus l’ho creato io. Per questo sto in guardia. Sono una guerriera, ma non mi illudo e aspetto la prossima sberla”.

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