Sono svariati i sintomi e un semplice test è in grado di dare giusta diagnosi
Gran parte degli alimenti che portiamo in tavola quotidianamente contengono lattosio, infatti, anche se in piccole quantità, il latte viene utilizzato per realizzare qualsiasi alimento industriale.
Non tutti lo sanno ma l’intolleranza al lattosio è molto diffusa, difficile da riconoscere subito perché i suoi sintomi possono essere confusi con quelli della colite, del colon irritabile, della gastroenterite e di altre patologie.
Cosa significa essere intolleranti al latte e derivati?
Il nostro apparato digestivo è costituito da enzimi che hanno il compito di scindere, ovvero di digerire, i cibi che ingeriamo.
L’intolleranza al lattosio nasce quando si verifica una mancanza nel corpo dell’enzima lattasi che ha il compito di eliminare il lattosio, il principale zucchero del latte, il glucosio e il galattosio.
Quando si ingerisce il cibo ricco di lattosio e quando perciò gli enzimi non svolgono il loro compito perfettamente, il lattosio rimane nell’intestino, non viene espulso e inizia a fermentare a causa della flora batterica e cominciano a prodursi gas e diarrea.
Le 3 cause più frequenti
Sono 3 le cause che ci possono portare a generare questo tipo di intolleranza, scopriamole insieme.
Mancanza degli enzimi di tipo ereditario
Durante il periodo della gravidanza, può capitare che la mamma trasmetta al nascituro la sua intolleranza al lattosio tramite mutazione genetica. Chi ha l’intolleranza al lattosio, infatti, dovrebbe sottoporsi al test del DNA per conoscere se ha o non ha la capacità di indurre mutazione genetica.
In questi casi il nascituro mostrerà subito i primi sintomi e andrà alimentato con latte artificiale AD ovvero ad alta digeribilità.
Intolleranza post nascita, in età infantile
Di solito il nostro corpo è in grado di digerire il latte fino a 7 anni, dopo, la funzione dell’enzima lattasi si riduce notevolmente.
Iniziano a comparire i sintomi che porteranno ad un’intolleranza definitiva.
Intolleranza causata da rotavirus
L’intolleranza può innescarsi a causa di una diarrea acuta come ad esempio da rotavirus, in questo caso passerà velocemente, il tempo sufficiente per ripristinare la flora batterica.
I sintomi
Il cibo, come accennato in precedenza, se contiene lattosio ma non ci sono enzimi in grado di digerirlo, rimane nel corpo e fermenta. Elevate quantità di idrogeno iniziano a procurare gonfiore, tensione addominale, meteorismo, coliche gassose, ritenzione idrica, diarrea, nausea, sensazione di pienezza, dolori addominali, gorgoglii intestinali.
Questi sintomi si alleviano 2 ore dopo aver mangiato ma posso protrarsi anche di più.
Quali test eseguire per riconoscerla?
Quando il medico si accorge che ci può essere un intolleranza al lattosio, decide di prescrivere un test indispensabile per accertarne i suoi dubbi.
Questo esame diagnostico si chiama breath test ovvero test del respiro.
Eseguirlo è semplicissimo e non invasivo: viene somministrato al paziente una bevanda contenente un’alta concentrazione di lattosio e a intervalli regolari viene chiesto di soffiare per pochi secondi in un sacchetto che valuta il valore di idrogeno presente nel respiro.
Se la quantità di idrogeno è assai elevata, significa che gli enzimi non hanno digerito il lattosio e stanno fermentando e producendo gas.
Se i valori di idrogeno superano un determinato valore standard, l’intolleranza è accertata.
Cura e dieta consigliata
L’unica cura per non soffrire dei sintomi fastidiosi è eliminare dalla propria dieta gli alimenti derivati dal latte vaccino e il latte stesso, ma in alcuni casi è comunque possibile assumerne anche una piccolissima quantità che viene tollerata senza problemi ma molte persone.
Il latte e i suoi derivati oltretutto si trovano ovunque, sono tra gli ingredienti di molti prodotti industriali:
- Insaccati
- Farmaci
- Pane
- Merendine
- Prodotti surgelati
- Caramelle e dolciumi
- Gelati
- Cibi in scatola
- Patatine e snack salati
- Cereali da colazione
Attualmente ci sono in commercio cibi e prodotti creati opportunamente per gli intolleranti e sostituiscono il latte di soia a quello vaccino e sono ugualmente prodotti buoni e sani.
Per aumentare il quantitativo di calcio, se si mangiano prodotti senza lattosio, basta integrare ed aumentare il consumo di frutta secca e legumi.
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