L’invecchiamento cognitivo – cerebrale rappresenta un processo del tutto normale e fisiologico che procede lento con il passare del tempo e degli anni. Il corpo dopo i quarant’anni inizia a piccoli passi ad invecchiare e questo accade anche per il nostro cervello e per la nostra mente.
La causa di questo fenomeno è molto semplice: si riscontra, nel tempo, una diminuzione del numero e del volume delle cellule nervose e si riduce pertanto la comunicazione tra di esse.
E’stato calcolato che dopo i 50 anni iniziano a perdersi circa 50.000 neuroni al giorno e all’età di 70, il numero cresce vertiginosamente e si arrivano a smarrire 150.000 neuroni quotidianamente.
I fattori che determinano l’invecchiamento cerebrale sono davvero molti e variano da individuo ad individuo:
Un eccessivo rallentamento delle attività cognitive e cerebrali, come preannunciato, determinano un rallentamento della memoria molto drastico: non si ricordano più con facilità i nomi delle persone, i luoghi, i numeri di telefono che una volta conoscevamo alla perfezione; si osserva anche diminuzione dell’attenzione, del giudizio, del ragionamento, del linguaggio.
Quando i sintomi dell’invecchiamento sono eccessivi e rapidi, probabilmente si sta andando incontro a malattie e patologie un po’ più gravi tra cui l’Alzheimer e il morbo di Parkinson, patologie che coinvolgono sia la sfera cognitiva che muscolare.
Prima regola fondamentale è nutrire le cellule e fornire loro le giuste sostanze nutritive per garantire la rinascita delle cellule invecchiate.
E’opportuno seguire un’alimentazione sana ed equilibrata, ricca di frutta, verdura, cereali integrali, proteine nobili ed evitare zuccheri e grassi.
Inoltre, la produzione di neuroni avviene anche grazie alla regolare attività fisica: l’ossigenazione potenzia la rigenerazione cellulare e ha funzione di riparare quelle danneggiate.
E’ buona norma astenersi dal fumo, dall’alcool, dalle droghe anche se leggere.
Importantissimo inoltre è favorire attività che potenziano la memoria: leggere, scrivere, dipingere, ascoltare musica, suonare..
Le ricerche scientifiche sono tantissime e tutte confermano la stessa cosa.
L’American Accademy of Nerology ha effettuato nell’anno 2013 uno studio su 295 individui di età compresa tra 80 e 89 anni, alcuni dei quali svolgevano attività fisica e amavano leggere e scrivere, altri non erano interessati ad alcuna attività.
Successivamente alla loro morte, sono stati esaminati i loro cervelli per riscontrare la presenza di placche o lesioni che indicano demenza.
Coloro che sin da giovani avevano fatto attività stimolanti, avevano un declino cognitivo minore del 15 % rispetto a chi, nel corso della vita non era stato partecipe a nulla ed era stato privo di interesse.
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