Quando siamo ammalati, il viso mostra segni che indicano che c’è qualcosa non va nella nostra salute.
Secondo gli scienziati, l’essere umano ha sviluppato la capacità di captare segnali sottili dai corpi di altre persone per evitare di essere contaminato da determinate malattie.
Cioè, per gli studiosi, questo comportamento è il risultato di un’evoluzione.
La conclusione è arrivata da un sondaggio che ha diviso i volontari in due gruppi.
Il primo, formato da 22 persone, avrebbe ricevuto il batterio Escherichia coli o un semplice placebo.
Il secondo, composto da 49 persone, aveva il compito di identificare qualche differenza fisica tra il momento in cui il primo gruppo si presenta alla ricerca e pochi giorni dopo aver ricevuto i batteri e aver sviluppato l’infezione.
La maggior parte è riuscita a rendersi conto che dopo la contaminazione da parte dei batteri, il primo gruppo di volontari aveva palpebre e occhi cadenti, espressioni facciali negative e persino un cambiamento di umore.
Comprendi come è stata la ricerca passo dopo passo:
Gli scienziati hanno iniettato E. coli nei corpi di un gruppo di volontari.
Due ore dopo, queste persone sono state invitate a rilassarsi per poter essere fotografate.
Nel corso dei giorni successivi, venivano scattate nuove foto a coloro che stavano sviluppando l’infezione prodotta dai batteri inietati.
Pertanto, i ricercatori hanno affiancato le foto “prima” e “dopo”, per scoprire se il secondo gruppo di volontari sarebbe stato in grado di identificare in quale foto le persone infette.
La ricerca è stata condotta dal Karolinska Institute di Stoccolma e condotta da Georgia Sarolidou , uno studente di dottorato nel Dipartimento di Neuroscienze cliniche e Olfazione umana.
Torniamo al test!
Non sappiamo se l’hai notato, ma nella prima foto, si mostra una donna ancora in salute.
La seconda, invece, ha pallore e un’espressione più sommessa.
Questo è ciò che fanno le malattie contagiose: cambiano l’umore, causano affaticamento e persino ci fanno sembrare più “malati”.
Questo gruppo di persone, dopo aver ricevuto i batteri, hanno subito un esame del sangue per valutare i livelli di infiammazione e come la loro immunità ha reagito all’infezione.
Cioè, anche ricevendo gli stessi batteri, ogni corpo ha reagito in modo diverso, e questo potrebbe essere notato anche dal secondo gruppo di volontari.
Le 49 persone rimaste per valutare le foto, dovevano valutare con una scala da 0 a 5, quanto ogni persona dapprima sana, successivamente risultasse malata.
Cioè “zero” per indicare un viso sano e “cinque” per indicare un viso molto malato.
Il sondaggio ha anche analizzato le emozioni dei partecipanti, come: felicità, paura e rabbia.
Queste espressioni sono state catturate dalle misurazioni effettuate dai ricercatori sugli occhi e dall’inclinazione della bocca dei volontari.
È stata evidenziato un fattore utile: quando i pazienti erano malati, mostravano un’apparenza di nausea, disgusto.
Quando il nostro sistema immunitario sta lavorando per combattere un’infezione all’interno del nostro corpo, invia un segnale di avvertimento all’esterno in modo che altre persone ci evitino e non siano contaminate.