Tra le numerose novità proposte nel testo della Nuova Legge di Bilancio, emerge il bonus per le cure dentali, pari a 500 euro annui, destinato ai soggetti che non superano un ISEE di 25 mila euro annui. Potranno usufruire del bonus tutti coloro che hanno bisogno di cure dentistiche e che appartengono alle “fasce economicamente deboli”della società, con un reddito pari o inferiore a 25 mila euro annui.
Ma le novità dell’emendamento alla Legge di Bilancio 2020, che porta la firma del Senatore pentastellato Giovanni Endrizzi, non finiscono qui: se approvato, dal 2022 solo i professionisti iscritti all’albo potranno aprire studi odontoiatrici.
Il bonus dentista andrebbe però solo ai contribuenti con un ISEE pari o inferiore a 25.000 euro.
Per comprendere realmente come si concretizzerà il provvedimento, dovremmo aspettare l’eventuale approvazione dell’emendamento da parte del Governo che, attualmente non ha molte risorse a disposizione, quindi non si sa con certezza se avrà luogo nel corrente anno o slitterà all’anno successivo.
Aiutare i cittadini, erogando un bonus di 500 euro l’anno per il sostegno delle spese odontoiatriche, rappresenta un ottimo traguardo che mira a sostenere le fasce dei più deboli.
Questo il primo obiettivo da raggiungere, ovvero allargare la platea di contribuenti che possono permettersi di curare i propri denti.
Il bonus dentista pertanto sosterebbe le famiglie con più figli, quelle in cui un solo genitore lavora , gli anziani con pensione non elevata e i minori.
L’emendamento però porta con sè un’altra importante novità che riguarda i professionisti iscritti all’Albo degli Ordine dei Medici-chirurghi e degli Odontoiatri. Supponendo che l’emendamento sia approvato ed entri in vigore, già nel 2022 gli studi odontoiatrici potranno essere solo società tra professionisti iscritti all’albo. In questo modo verrebbero escluse dal settore le strutture diversamente organizzate, come le SpA, le Srl e le catene odontoiatriche.
L’Associazione Nazionale dei Centri Odontoiatrici non è per niente d’accordo e poichè perderebbero il posto di lavoro 17.000 medici. Questo significherebbe mettere a rischio il lavoro di molti medici odontoiatri e non è organizzati come una StP, cioè una società tra professionisti. Dopo anni di studi, si ritroverebbero senza occupazione.
A parlare è stato lo stesso Presidente dell’Associazione Nazionale dei Centri Odontoiatrici Michel Cohen che ha espresso il suo dissenso su questa iniziativa, rivolgendosi al giornale “Il Messaggero”: “senza alcun senso perché sono proprio i gruppi organizzati dell’odontoiatria a offrire soluzioni di qualità alle fasce più deboli, oggi non coperte dai Livelli Essenziali di Assistenza.”
Insomma, bisognerà attendere per capire quando e se si concretizzerà ciò che il M5S ha pensato.
Non ci resta che aspettare il testo ufficiale della manovra per scoprire se il bonus dentista farà parte delle agevolazioni fiscali del prossimo anno.