Si annunciano grandi novità in arrivo che saranno sicuramente apprezzate dai pazienti; presso il proprio medico di famiglia infatti, si potranno trovare spirometri, dermatoscopi, elettrocardiografi, utili per ottenere una diagnosi precoce senza recarsi in centri specializzati ma, direttamente dal proprio medico di base.
L’elenco è molto vasto…Potrete effettuare l’holter, l’elettrocardiogramma, il BPCO, la dermoscopia, la spirometria e altro ancora. Ci sarà del personale specializzato presso ciascun medico di base che effettuerà i dovuti controlli tra quelli elencati.
Attualmente questa realtà non sembra così tanto lontana: già ora 2 dottori su 10, infatti, usano lo spirometro ed elettrocardiografo nei loro studi.
Massimo Magi, coordinatore del progetto afferma: «In generale, ben 8 su 10 utilizzano o sono interessati a impiegare dispositivi diagnostici nei loro studi»
L’iniziativa non ha raccolto attualmente molti consensi e fa discutere molto.
Il Governo è pronto a stanziare 235 milioni di euro per l’acquisto di apparecchiature sanitarie da parte dei medici di base.
E’ una riforma che cambierebbe la visione della sanità pubblica, dando la possibilità di effettuare esami diagnostici di base dal proprio medico o a dirittura, anche presso il proprio domicilio.
Se la riforma sarà attuata in tutte le regioni, come previsto dal Ministero della Sanità, i pazienti potranno beneficiare di visite specialistiche senza pagare nessun costo e i dottori riceveranno un compenso economico in più in busta paga.
Il Governo è pronto a stanziare 235 milioni di euro per l’acquisto di apparecchiature sanitarie da parte dei medici di base, quindi, cosa aspettano le regioni ad attuare il piano proposto?
Lo scopo di questo progetto mira a fare più prevenzione possibile. Si potrà verificare, ad esempio, se si è affetti da broncopolmonite tramite l’esame che effettuerà il medico stesso presso il proprio domicilio.
Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg afferma: “Da tempo ci spendiamo affinché la medicina di famiglia possa essere dotata di un pacchetto modulabile di strumenti diagnostici che possano integrare l’intelligenza artificiale, la digitalizzazione e la telemedicina, a seconda delle esigenze del singolo professionista e della forma associativa secondo la logica del micro-team professionale.
La sperimentazione voluta dal ministro Roberto Speranza dovrebbe partire dalla Puglia. Il microteam composto dal medico, dall’infermiere e dal collaboratore di studio sono già realtà nella nostra regione. Gruppi di lavoro di questo tipo esistono infatti già dal 2007, quando introducemmo 2.000 collaboratori e 700 infermieri sono all’interno degli studi di medicina generale».