venerdì - 22 Novembre - 2024

Papa Francesco dona un palazzo del Vaticano per ospitare 50 poveri

 

Saranno 50 i senzatetto che ora potranno godere del calore e del tepore di una casa, quella che Papa Bergoglio ha donato per ospitarli in queste giornate piovose e fredde.

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Il buon cuore di Papa Francesco ha pensato di far riparare, in un palazzo del Vaticano, presso “Palazzo Migliori”, cinquanta poveri senza fissa dimora. Il palazzo, molto antico si affaccia su San Pietro. Ammirando gli affreschi, Papa Francesco ha detto: “La bellezza guarisce!”.

La dimora del Papa data ai poveri

Una volta residenza nobiliare, ora il palazzo Migliori sta ospitando un gruppo di senza tetto: è stato Papa Francesco che ha deciso di rompere i canoni rigidi ecclesiastici, mettendo sul suo cuore la sua mano e pensando che quella gente non avrebbe potuto trascorrere un inverno al freddo e sotto la pioggia. Ha così accolto nel palazzo, questa gente che ne ha davvero bisogno.

Un atto di amore del Papa

 

Fino a poco tempo fa, la struttura era abitata da una comunità religiosa femminile: ora che “Palazzo Migliori” è vuoto, si è deciso di ospitare i senzatetto che a Roma non hanno fissa dimora.

Costituita da ben 4 piani, l’abitazione è dotata di ascensori per permettere ai disabili e anziani di accedere ai piani superiori.

Nel primo piano c’è una cappella per la preghiera e messa quotidiana. Al secondo piano c’è il refettorio, mentre al terzo e al quarto piano saranno ospitate, di notte, una cinquantina di persone, uomini e donne, durante il periodo dell’emergenza freddo.

Rieducare i giovani e sconfiggere la “cultura dello scarto”

Rieducare i giovani alla compassione è l’obiettivo di Papa Bergoglio e per dimostrarlo in modo concreto e non solo teorico, ha deciso di rendere disponibile per l’accoglienza un palazzo centenario che racchiude la bellezza artistica degli affreschi di molti pittori italiani.

Tra le persone con cui il Papa ha conversato, alcuni volontari che per primi hanno sperimentato la vita in strada: con loro, Francesco è tornato sul tema a lui caro della “cultura dello scarto” : l’uomo, specialmente se povero o disabile, viene emarginato, scartato dalla società e la persona in sè perde il suo valore e la sua dignità.

Una società sbagliata. Questa cultura dello scarto ci ha resi insensibili anche agli sprechi e agli scarti alimentari, che sono ancora più deprecabili quando in molte parti del mondo, c’è fame e malnutrizione. Una società che non ha più rispetto di nulla: di persone, cibo, ambiente, tutto diventa di valore zero.

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