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Pensi di essere vittima di un errore medico o di malasanità? chiedi un risarcimento. Ecco come fare.

Pensi di essere stata vittima di un errore medico o di malasanità? potresti chiederne un risarcimento se sei in grado di giustificare e documentare il danno subito e sei tanto coraggioso e consapevole che ci vorrà tanta pazienza poichè i tempi saranno molto lunghi (da 5 a 10 anni). Ecco una breve guida di come puoi richiedere un risarcimento danni

La medicina è sicuramente una scienza meravigliosa che ci ha portato, passo dopo passo, ad ottenere successi che una tempo consideravano impossibili. Molte malattie ora sono guaribili grazie alla medicina e grazie alla chirurgia si ha la possibilità di rimuovere parti, organi, o di inserire supplementi di aiuto.

La medicina ha i suoi pro ma anche i suoi contro: non è infallibile poichè è comunque gestita da umani ed errare è umano purtroppo. C’è sempre da ricordare che non sempre dietro una complicazione c’è la responsabilità di qualcuno.

Ma quando l’errore commesso esiste ed ha provocato un peggioramento o un danno di salute, da paziente, è del tutto lecito chiedere un risarcimento.

Circa 4 anni fa fu approvata una legge a tutela dei pazienti e sulla responsabilità sanitaria: questa legge, denominata Legge Gelli, è costituita da 18 articoli che mettono in chiaro quali son le regole da seguire se si vogliono richiedere risarcimenti danni e una maggiore tutela del personale medico.

Cosa fare se il medico ha commesso un errore

Ecco i passaggi concreti per chiedere il risarcimento, sulla base della riforma e dei consigli degli esperti di Altroconsumo.

1) Approfondisci e recupera i documenti.

-Innanzitutto fatti aiutare dal tuo medico di famiglia.

-Recupera la cartella clinica nella struttura in cui è successo l’errore medico. Entro 7 giorni, per legge, ti verrà fornita.
-Scegli un avvocato che si occupi di diritto sanitario. Il tuo avvocato si metterà in contatto con un  medico legale che valuterà se c’è stato il danno medico e se è il caso di procedere, suggerendo l’ammontare del risarcimento che potreste ottenere.

-Tenta un accordo: un professionista sanitario farà una valutazione medica e propone l’accordo dinanzi a un giudice. Le parti sono obbligate a presentarsi. Oppure si può richiedere una mediazione, procedura alternativa più informale. Il mediatore propone l’accordo sulla base di eventuali perizie delle parti. Si può anche fare a meno di un avvocato, ma meglio evitare in questo caso.

Sarai tu a decidere

Conciliazione. Verrà proposto un patto di riconciliazione tra paziente, medico e struttura sanitaria. Se si accetta, la causa termina. Ci sono 6 mesi per pensare e dare valutazione e decisione definitiva.
Causa per risarcimento. Se la denuncia è rivolta ad un medico dell’ospedale o ad un infermiere, dovrà essere il paziente stesso a provare con una perizia che c’è stato l’errore sanitario alla base del tuo danno. Se la denuncia è fatta contro l’ospedale o il medico di una struttura privata, saranno gli accusati a portare dinanzi al giudice dei validi documenti che ne dimostrano che non c’è stato errore medico.

Cosa dice la legge

La legge naturalmente tutela i pazienti che sono la parte debole e lesa della situazione. La legge inoltre promuove di chiedere il risarcimento alla struttura sanitaria piuttosto che al medico stesso.

Per far valere i propri diritti con gli ospedali, infatti, il paziente ha più tempo (10 anni dal danno subìto) e ha un onere della prova alleggerito: basta dimostrare di aver subìto il danno alla salute (con documenti, eventuale perizia…).

In questo caso la struttura sanitaria potrà decidere di non prendersi alcuna responsabilità se uo dei suoi medici ha commesso un grave errore. Lo stesso discorso vale per i medici privati, tipo i dentisti.

Nel caso di una richiesta di risarcimento al medico di una struttura, invece, le cose cambiano e si ha la metà del tempo per farsi valere (5 anni); inoltre, la prova è totalmente a carico del paziente, che dovrà provare non solo il problema avuto alla salute, ma anche il fatto che è stato causato all’errore del medico.

Questo procedimento a lungo termine ha una finalità ben precisa: dare meno peso ai medici e dar loro possibilità di procedere nel lavoro e nella carriera: si parla in questo caso di “medicina difensiva”: un medico impaurito di fare errori medici, decide di operare meno pazienti peggiorando la situazione della sanità pubblica. Oppure, un medico, con il timore di beccare una denuncia, prescrive molti più esami di quelli necessari, aumentando in modo esponenziale le spese della sanità.