Ancora una volta continuano le ingiustizie nei confronti di bambini dell’asilo, perciò molto piccoli e di età compresa tra 0 e 3 anni. Maestra sospesa a Cocquio Trevisago
La maestra e titolare di un asilo nido di Cocquio Trevisago, in provincia di Varese, è ora nei guai ed è stata sospesa dalla sua attività, per aver maltrattato psicologicamente e fisicamente dei bambini dell’asilo di sua proprietà. La donna, nonchè maestra della sua stessa classe, schiaffeggiava e insultava i piccoli e diceva loro frasi assurde tipo: “Sei un terrone” o “Guardati, fai schifo”.
Ci sono inoltre retroscena agghiaccianti che sono emerse dalle indagini condotte dai Carabinieri che portano avanti il caso. Da diverse ricostruzioni, durante le ore diurne, la donna si appartava in alcune zone dell’asilo, con il suo compagno, per avere rapporti intimi lasciando incustoditi i bambini.
Maestra nei guai, insultava “terroni” i suoi alunni
Calci, percosse, strattonamenti, schiaffi sulle mani e sulla nuca, questo è ciò che subivano i piccoli alunni di poco meno di 3 anni da parte della loro insegnante che, anzichè prendersi cura d loro, li danneggiava: “Sei proprio un terrone“, “guardati, fai schifo” o ancora “piangi che così ti passa“. Queste le parole e la violenza psicologica della maestra di Cocquio Trevisago, in provincia di Varese. Tutti questi atteggiamenti si configurano come reati penali nei confronti dei minori. La maestra ora è stata sospesa per sei mesi dalla sua attività per obbligo giudiziario per permettere il proseguimento delle indagini preliminari di Varese.
La maestra lasciava i bambini incustoditi per divertirsi con il suo compagno
Maggiore aggravante dei fatti è che la donna lasciava incustoditi bambini così piccoli, in preda a crisi di pianto, per “divertirsi” con il suo compagno, appartandosi nei locale che ospitava l’asilo. L’uomo dormiva spesso nella struttura insieme a lei o si svestiva e rivestiva in presenza dei bambini.
Dal 2010 sono stati calcolati 20 casi di maltrattamenti e accuse da cui la donna dovrà difendersi difronte al giudice.
A capire dei maltrattamenti subiti sono stati gli stessi genitori dei piccoli che notavano insonnia, agitazione, autolesionismo e che hanno ritirato i loro figli dall’asilo.