Ottime notizie che danno speranze di vita sempre più vere ai malati di sclerosi multipla. Un nuovo farmaco la cui efficacia è stata già approvata, arriva anche in Italia con il nome di Cladribina.
Si chiama Cladribina il nuovo principio attivo, passato dal Servizio sanitario, indicato per la sclerosi multipla recidivante. Una vera e propria rivoluzione in campo medico: “ai pazienti che dovevamo dire loro che non vi era alcun trattamento farmacologico per aiutarli, ora possiamo offrire loro un’opzione che ha mostrato risultati clinici negli studi clinici “, ha riferito il neurologo Edgardo Cristiano, direttore del Centro di sclerosi multipla di Buenos Aires.
Questo farmaco rallenta l’atrofia cerebrale e il deterioramento neurologico dei pazienti: la disabilità progredisce più lentamente e perde meno volume del cervello, che è uno degli indicatori per misurare la neurodegenerazione “.
Chi colpisce la sclerosi multipla?
Questa malattia di solito inizia più tardi delle altre: insorge intorno ai 35 o 40 anni , ma ci sono casi anche prematuri, di giovani tra 25 e i 30. Allo stesso tempo, colpisce uomini e donne allo stesso modo, ma ciò che distingue maggiormente la variante progressiva primaria è che la disabilità inizia a scatenarsi dall’inizio della malattia. Sono pazienti che hanno difficoltà progressive nei movimenti, nell’equilibrio, il controllo degli sfinteri e non si riprendono anzi, peggiorano giorno dopo giorno: non ci sono remissioni come in altre forme cliniche, e sono pazienti per i quali non abbiamo mai avuto alternative terapeutiche oltre a curare i loro sintomi e riabilitarli “, descrive Cristiano.
La sclerosi multipla in sostanza è una malattia molto variabile e i sintomi dipendono dalle aree del sistema nervoso centrale che sono state colpite e dall’entità dell’epidemia. Gli episodi possono durare giorni, settimane o mesi ed essere seguiti da periodi di riduzione o assenza di sintomi (remissioni). Possono anche essere presentati progressivamente. Febbre, bagni caldi, esposizione al sole e stress possono scatenare o peggiorare focolai.
Una speranza in più dal nome CLADRIBINA
Le speranze ci sono e i medici sono entusiasti. Bastano 20 compresse in due anni per bloccare la sclerosi multipla. È quanto garantisce l’ultimo arrivato tra i farmaci in grado di rallentare la progressione della malattia, un farmaco efficace, che ha superato tutti i dubbi medici. Attualmente, infatti, non esiste una cura risolutiva per questa grave patologia autoimmune del sistema nervoso centrale. Esistono varie terapie che stimolano l’organismo a reagire alla malattia.
Ma Cladribina, è nuovo principio attivo, rispetto agli altri che funzionano solo finché si assumono, ha un grande vantaggio: gli effetti del farmaco proseguono anche dopo aver terminato il trattamento. «Con un ciclo di terapia di 10 giorni il primo anno e 10 il secondo, è in grado di tenere sotto controllo la malattia anche per i due anni successivi» spiega il professor Giancarlo Comi, docente ordinario di neurologia all’Università Vita-Salute dell’ospedale San Raffaele di Milano. «Come hanno provato gli studi condotti su 2000 pazienti, nei due anni di assunzione in 4 casi su 10 non ci sono state ricadute e in 9 su 10 nemmeno progressione della disabilità. E dopo 4 anni 7 malati su 10 continuano a non avere attacchi».
Come agisce
Mavenclad, questo è il nome commerciale del nuovo farmaco, è passato dal Servizio sanitario ed è indicato per la sclerosi multipla recidivante, che alterna periodi di attacchi ad altri di benessere e, in particolare, per le forme dette a elevata attività, in cui le crisi sono più frequenti e intense. Non si conosce esattamente il suo meccanismo d’azione, ma sembra che riduca in modo selettivo i linfociti B e T, che giocano un ruolo centrale nello scatenamento degli attacchi. In pratica, interrompe a cascata le reazioni del sistema immunitario che sono alla base della malattia. Il medicinale è anche ben tollerato: l’effetto collaterale più comune è la linfopenia, cioè una riduzione del numero dei linfociti.
La terapia si segue a casa
Esso è un farmaco molto pratico, che come abbiamo detto, non necessita di somministrazione prolungata. Grazie alla formulazione in compresse, la terapia può essere seguita tranquillamente a casa. L’assunzione inoltre non richiede tanti esami di routine poichè non altera i valori del sangue «I pazienti seguono più facilmente la cura e la loro qualità della vita migliora notevolmente» aggiunge la professoressa Trojano. «Perché quasi si dimenticano di essere malati». Un bel vantaggio soprattutto perché la sclerosi multipla colpisce in giovane età, tra i 20 e i 40 anni. E un paziente su due abbandona il lavoro a causa della malattia.
Ci auguriamo che tutto vada per il meglio con la nuova terapia che renderà la vita dei malati di sclerosi multipla, tanto colorata e soddisfacente.