Una storia tanto triste che lascia tanto amar in bocca, che nel 2019 non vorremmo mai ascoltare.
MARGHERA –Spesso la disperazione, la mancanza di sostegno, può portare le persone a compiere gesti estremi per far comprendere agli altri quanto la loro situazione sia preoccupante. Questa è la storia di Liliana Vasilache, residente a Marghera, che, dopo anni di richieste al Comune e servizi sociali, a suo dire senza mai risposta, per protesta, già nel mese di Giugno era in sciopero della fame e ha interrotto la chemioterapia.
Una storia che commuove
Rumena, in Italia dal 2005, in regola dal 2007, con due figli minorenni, vive una situazione che definisce paradossale. “Sono in sciopero della fame perché abbandonata dalle istituzioni”, racconta Liliana .
“Mi sento ogni giorno più debole ma non mollerò finché qualcuno non interviene”. Liliana ha sempre lavorato e pagato le tasse. Il suo calvario inizia nel 2010: «Un tumore mammario in metastasi ossea. Sono invalida al 100% con inabilità lavorativa. Viviamo in tre con la mia pensione e l’assegno di cura del Comune di 700 euro,Ho fatto richiesta per la cittadinanza italiana ma dopo tre chiamate per l’intervista e la documentazione, la richiesta è ancora ferma in prefettura a Venezia».
Purtroppo la vita sua vita le ha riservato sempre il peggio. “Nel 2007 ho conosciuto quello che nel 2011 è diventato mio marito. Ma di quell’uomo non è rimasto niente. Si è rivelato bugiardo e violento. Nel 2012, l’ ho denunciato quattro volte per violenza famigliare, colto in flagranza di reato dopo avermi minacciata di morte davanti alla polizia, è stato arrestato e rimesso in libertà con una diffida di allontanamento di sei mesi”.
Liliana è ancora in attesa del processo di separazione e penale. “Vivo – continua Liliana nell’appartamento di sua proprietà. Ho pagato, con i miei risparmi, quasi tutte le rate del mutuo, con ricevuta a nome mio, perché lui non lavorava ma, secondo la legge, non ho alcun titolo, anche se sposati e in comunione di beni. Lui è andato in banca, ha dichiarato che non abitava più qui e che la banca poteva fare ciò che voleva”. Le hanno pignorato la casa, e messa in vendita. “Ora, malata e con due figli, ho uno sfratto esecutivo, faccio fatica a fare la spesa e pagare le bollette. Andrò avanti con lo sciopero della fame fino a quando non avrò un contratto e la sicurezza di un tetto sulla testa”. La situazione è grave. Mancanza di cibo e interruzione della chemio stanno mettendo a rischio la vita della donna che, adesso, chiede aiuto per una vita dignitosa ma nessuna autorità è in grado di sostenerla.