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Tagli sulle pensioni INPS a causa del crollo del Pil: ecco gli sfortunati

La crisi generata dal Coronavirus si sta ripercuotendo nelle nostre vite, creando continue oscillazioni sul mercato. Oltre ad una tragica situazione nelle aziende, che tra poco saranno costrette a licenziare, ci sarà anche il problema della diminuzione della pensione, per mancanza di fondi con cui pagarle a pieno.

Nel nostro paese, nel secondo trimestre del 2020, si stima che il prodotto interno lordo (Pil), sia diminuito del 12,4% rispetto al trimestre precedente e del 17,3% in termini tendenziali. Persi 50 miliardi, un calo senza precedenti.

Il motivo di questo crollo dell’economia è da attribuire al blocco delle attività lavorative e produttive nei mesi di lockdown. Numerosissime aziende di medie e grandi dimensioni stanno faticando a rimettersi in carreggiata e ciò ha una ricaduta negativa sul Pil.

Ma il grosso problema si ripercuote anche sulle pensioni future dei contribuenti italiani  poichè, come espresso dal Governo, la vera crisi attuale sarà pagata dai figli, nipoti, su chi andrà in pensione.

Un esempio molto semplice da analizzare è il contribuente che inoltra richiesta di prepensionamento,  che sarà costretto a rinunciare all’ anticipo della quota previdenziale.

Adesso invece ci occuperemo delle riduzioni che peseranno comunque sul rateo mensile anche del contribuente che non chiede di andare in pensione in anticipo. Ecco gli sfortunati che subiranno tagli sulle pensioni INPS a causa del crollo del PIL e che non potranno contare sugli attuali assegni pensionistici.

Ecco gli sfortunati che subiranno tagli sulle pensioni INPS a causa del crollo del PIL

Pochi sanno che l’importo della pensione oscilla in base alle variazioni del PIL degli ultimi 5 anni.

Pertanto, chi andrà in pensione del 2023, risentirà della crisi del Coronavirus del 2020. Fortunati saranno i contribuenti che già percepiscono la pensione e che non subiranno  tagli.

Tutti coloro che andranno in pensione nel 2023, dovranno adeguarsi ad una perdita del 2,5%.  Su base annuale i tagli arriverebbero così a pesare di più di 200 euro sulle entrate dei futuri percettori di pensione.