Per chi non conoscesse la situazione di Taranto, è molto semplice comprenderla già da questa vicenda: In un anno il valore della diossina a Taranto è aumentato del 916%, passando da 0,77 picogrammi del 2017 a 7,06 picogrammi del 2018. A causa del grande complesso siderurgico presente alle porte del capoluogo,ex Ilva, chiamato ora Mittal, il rione Tamburi risulta il più esposto all’amianto e diossina. Le vittime per tumore salgono giorno dopo giorno e spesso ad essere colpiti maggiormente sono i bambini. E’ proprio per questo che, da due anni, è nato il reparto di onco ematologia, dopo una raccolta di fondi da parte d Nadia Toffa.
Un quadro con un teschio nero realizzato con «la polvere di minerale» raccolta dalle «mamme del rione Tamburi di Taranto», disegnato su una tela bianca su cui era scritto Mamme No Dioxin, è stato consegnato ieri sera al ministro per l’Agricoltura, Teresa Bellanova, dalla tarantina Carla Lucarelli, mamma di Giorgio Di Ponzio, il 15enne morto lo scorso gennaio per un sarcoma; . L’occasione è stata il dibattito promosso dalla Fiom nell’ambito della manifestazione ‘Contropiedè a San Giorgio Jonico (Taranto).
Un gesto che lascia tutti senza parole e il cui filmato è stato divulgato sui social.
L’occasione è stata il dibattito promosso dalla Fiom nel Tarantino, in cui la prima mamma ha invitato il ministro a guardare “la cappa su Taranto” per vedere “l’aria che ha ucciso suo figlio, venuto a mancare per colpa della diossina”. L’altra invece ha spiegato al ministro che da un film visto di recente si evincerebbe che “Mittal entra nei governi” e “corrompe”.
La Bellanova dal canto suo ha replicato dicendo: “Può pensare tutto quello che crede di Mittal, della politica, di tutti i soggetti. Quello che lei non ha il diritto di pensare è che Mittal corrompe una persona come me”.
Poco dopo le parole del ministro, qualcuno dal pubblico urla: «Solo in Italia c’è l’immunità penale per una azienda come l’Ilva, gli avete dato la licenza di uccidere».
Questa è la triste verità che i cittadini di Taranto vivono: ammalarsi di tumore tanto più frequentemente a causa di un azienda che non rispetta gli standard massimi di inquinamento consentito. Uno scandalo, una minaccia continua, una lotta tra la vita e la morte a causa di altri. A pagarne le conseguenze sono sempre i più vulnerabili: i bambini.