L’industria cinese dei trapianti di organi è cresciuta in modo esponenziale nei primi anni 2000 e oggi la Cina è il primo paese di destinazione per i turisti di trapianti di tutto il mondo.
Sebbene la donazione di organi in Cina sia importante e frequente oltre che molto richiesta, gli organi sono in abbondanza e i tempi di attesa vanno da pochi giorni a due mesi, qualcosa che è fuori dalla norma in qualsiasi altro paese.
Secondo un’indagine di molti medici europei, tanti loro pazienti in attesa di organi si spostavano in Cina per trovare in poco tempo un organo che potesse salvarli e ci riuscivano, e che i loro interventi di trapianto erano programmati in anticipo.
La dura realtà di ciò che accade è stata compresa dal Dr. Jacob Lavee, un chirurgo israeliano per i trapianti di cuore, nel 2005, quando un paziente gli disse che sarebbe andato in Cina per un trapianto di cuore e che l’operazione era già programmata per una certa data.
Consapevole che questo poteva essere solo il risultato del prelievo forzato di organi, il Dr. Lavee ha guidato un’ indagine dell’Israel Organ Transplant Act, che è entrato in vigore nel 2008, essenzialmente vietando l’acquisto e la vendita di organi umani.
Questa è la domanda, piuttosto eclatante, che l’accademico australiano Wendy Rogers pone sul sito The Conversation , che accusa anche prestigiose riviste scientifiche internazionali di essere complice dei “metodi selvaggi” utilizzati nella scienza cinese.
Con totale certezza si può affermare che gli organi trapiantati provengano da prigionieri giustiziati tra cui prigionieri di coscienza.
Il governo comunista cinese è accusato di aver usato prigionieri giustiziati per il trapianto di organi…ecco da dove provengono gli organi facilmente reperibili.
Il tribunale cinese ha stabilito che il regime comunista cinese è colpevole di espiantare forzatamente gli organi dai corpi dei prigionieri di coscienza e dei condannati per reati di opinione.
Il processo è durato diversi mesi e sono state fornite molte prove, surrogate da diverse testimonianze.
35 anni fa, il Governo cinese ha approvato una norma che consente la rimozione di organi da criminali giustiziati.
Tale legge prevede che il tutto avvenga previo consenso del prigioniero o nel caso in cui nessuno ne rivendichi il corpo.
Nell’arco di 6 anni le persone che hanno scelto di donare gli organi erano appena 130. La situazione era talmente drammatica che nel 2010 la Croce Rossa cinese ha lanciato un’iniziativa a livello nazionale per attrarre donatori di organi volontari.
Sapete in quanti si sono registrati? 37. Ecco perché la maggior parte degli organi usati nei trapianti provengono da prigionieri.
Il vice Ministro della Salute cinese Huang Jiefu, ha riconosciuto che fino al 95% degli organi trapiantati proveniva da prigionieri giustiziati: era il 2005 e si riconferma ancora tutt’ora.
L’opportunità di poter accedere in tempi brevi a un trapianto ha reso la Cina una delle destinazioni principali per questo tipo di operazione; parliamo di un’importante fonte di reddito per strutture mediche, militari e di pubblica sicurezza cinesi.
Attualmente il traffico di organi crea molte perplessità ma oltre a portare molto guadagno, apre molte speranze per chi spera di continuare a vivere. Associazioni per la tutela della vita e della salute continueranno la loro battaglia per bloccare questo fenomeno.