lunedì - 23 Dicembre - 2024

Uno studio scientifico afferma che le persone che parlano con gli animali domestici sono più intelligenti di quelli che non lo fanno

 

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Possedere un animale domestico significa prendersi cura di lui, ma non solo. Diverrà una parte integrante della tua giornata e ti troverai molto spesso a parlare con lui, darai lui il buon giorno, la buona notte e chiederai se ha fame, sete o freddo, come se lui possa risponderti.

Se questa è una tua abitudine quotidiana, non devi sentirti sciocco o infantile poichè diversi studi scientifici hanno dimostrato che parlare con gli animali domestici  è un segno di intelligenza! Vi spiegheremo i dettagli dell’argomento in questo articolo!

Antropomorfismo

Nicholas Epley, uno scienziato comportamentale presso l’Università di Chicago, ha recentemente analizzato le persone che parlano con i loro animali domestici. Questo atteggiamento ha persino un termine: antropomorfismo. Antropomorfizzare significa “mostrare o trattare animali, divinità e oggetti come se fossero umani in apparenza, carattere o comportamento”.

Storicamente, l’antropomorfismo è stato trattato come un segno di stupidità o infantilismo. Tuttavia, il dottor Epley sostiene che in realtà è un sottoprodotto naturale della tendenza che rende gli esseri umani particolarmente intelligenti su questo pianeta.

Gli occhi, riflesso dell’anima

Ma come possiamo sentirci così connessi con gli animali? E perché li stiamo antropomorfizzando? Secondo il dottor Epley, la motivazione si trova negli occhi dell’animale. Gli occhi sono, a nostro avviso, un riflesso dello spirito: la finestra sull’anima, ed è per questo che quando guardiamo negli occhi un animale, ci viene spontaneo voler parlare con lui.

Antropomorfismo e oggetti
La mia macchina di nome ‘Susy’…

Secondo il dottor Epley, non lo facciamo solo con i nostri animali domestici, ma anche con gli oggetti. Ad esempio, spesso abbiamo la tendenza a dare nomi o a parlare con automobili, giocattoli o altre cose di utilizzo quotidiano creando, così una sorta di “relazione” con essi.

E la nostra impressione va ben oltre la semplice assegnazione di un nome: è per questo che pensiamo che il nostro gatto sia “scontroso”; che il mercato azionario sia “aggressivo” e chiediamo alla nostra auto “perché non si accende” e la chiamiamo “vecchia carretta” quando inizia a funzionare. Questo è solo il sottoprodotto di avere una cognizione sociale attiva e intelligente, che, a sua volta, è segno di grande intelligenza emotiva!

Siamo tutti d’accordo sul fatto che il nostro cervello sia un mistero complesso che non è stato ancora risolto. Fino ad oggi, la ricerca ha toccato solo la punta dell’iceberg  rispetto alle capacità del nostro cervello.

Ma almeno possiamo concludere che parlare con i nostri gatti e dare un nome alle nostre macchine non significa che dobbiamo crescere, significa che siamo intelligenti e che stiamo usando il nostro cervello in maniera creativa. Continuate così!

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