Salute

Vaccino Covid Romania: 4.000 positivi dopo la 1a dose e 446 dopo la 2a

In tutta Europa si è avviata la campagna di vaccinazione ma non tutti hanno riscontrato la totale o quasi copertura di quest’ultimo.

In Romania, è scattata una vera e propria allerta per i contagi dopo la somministrazione delle dosi: sono infatti 3.969 i casi di positività riscontrati su persone che avevano effettuato la prima dose di vaccino, mentre sono 446 gli infettati dopo aver ricevuto anche la seconda dose. E’ quanto emerge dagli ultimi dati diffusi dal ministero della Salute a Bucarest e ripresi dall’agenzia di stampa Mediafax.

Il coordinatore della campagna nazionale di vaccinazione, Valeriu Gheorghita, ha dichiarato che il 95% di queste persone è stato trattato con il vaccino prodotto da Pfizer-BioNTech, il 4,6% con il vaccino prodotto da Moderna e lo 0,4% da quello prodotto da AstraZeneca.

Gheorghita ha lanciato un nuovo appello a non abbassare la guardia. «Dobbiamo continuare a mantenere le misure restrittive, che non saranno allentate per far sì che si ottenga il massimo dei benefici dalle vaccinazioni», ha detto Gheorghita.

Una situazione molto simile si è registrata anche in Germania. Quattordici anziani sono risultati positivi in Germania alla variante britannica del Covid, pur avendo già ricevuto la seconda dose di vaccino Biontec-Pfizer. È questo il risultato dei test effettuati in una casa di cura della Bassa Sassonia, nei pressi di Osnabrueck, nella Haus St. Marien di Belm. Il primo test veloce risultato positivo è stato effettuato il 2 febbraio.

E in Italia?

Sono 98 le persone in Umbria che si sono reinfettate dopo aver fatto il vaccino. In particolare si tratta di 41 operatori sanitari e 57 ospiti di strutture, tra Asl, aziende ospedaliere e Rsa. Di questi 98, sono stati 67 ad essersi positivizzati entro sette giorni dalla somministrazione della seconda dose. Mentre sono 31 quelli che sono risultati positivi in un periodo compreso tra 8 e 14 giorni successivi all’inoculazione.

Il sospetto che, almeno in qualche caso di questi, siano entrate in scena le varianti inglese e brasiliana isolate in Umbria per la prima volta il 3 febbraio scorso su campioni prelevati